“LA VIA CRUCIS” NELLE TAVOLE DI OVERBECK
La Via Crucis, il lungo cammino doloroso che il Cristo ha percorso, prima di giungere al Calvario, dove tutto si doveva compiere, è stata, da sempre, fonte di riflessione e ispirazione per poeti, scrittori e pittori.Tra quest’ultimi, sebbene poco conosciuto ai più, bisogna ricordare J. F. Overbeck da Ariccia, artista di soggetti religiosi di promettente futuro, che è stato una delle figure più affascinanti nel campo dell’arte cristiana. È stata l'anima di quella romantica scuola di pittori che, sotto il nome di "nazirei", hanno esercitato grande influenza sulla formazione dell’arte tedesca religiosa del XIX secolo. I suoi dipinti a olio, che non sono molti, brillano per la loro qualità, tra i quali il più noto è "Il Trionfo della religione nelle arti". L’amministrazione comunale di Avigliano, in collaborazione con l’Associazione Lucanima, presenta questo artista, con l’allestimento della mostra incisoria in 14 tavole e frontespizio “La Via Crucis “. Le tavole sono di Aniello Ertico, titolare della galleria che le custodisce. La “Via Crucis”, opera complessa e importante all’interno del percorso creativo di J. F. Overbeck, rivisita, da molti punti di vista, il rito cattolico della Via della Croce o del Dolore. La mostra aprirà i battenti oggi pomeriggio 6 aprile, a partire dalle ore 18,00, nel Chiostro Casa Comunale di Avigliano, e rimarrà aperta al pubblico fino al 19 aprile, vigilia di Pasqua. La personale di Overbeck sarà arricchita da un convegno, a cui parteciperanno il sindaco, Vito Summa, e l’assessore alla Cultura, Anna D’Andrea, che faranno gli onori di casa. Interverranno Mara Sabia, presidente dell’associazione Lucanima, Aniello Ertico, direttore della Galleria Civica “Porta Coeli” Acerenza, Mario Ciola, autore dello Studio “La Via Crucis di J.F. Overbeck nelle stampe della collezione Ertico”. Nell’opera pittorica, in bilico tra narrazione ed evocazione, l’artista rielabora con vigore e originalità il tema sacro, ponendo l’attenzione sulla prova del Cristo: il suo lungo, estenuante, sforzo che trova il suo inevitabile “approdo” nella crocifissione. L’assessore Anna D’Andrea ha voluto sottolineare che “Il calvario del Cristo, per i credenti, è un concetto universale. Secondo il vangelo di Matteo, ogni individuo ha una croce da portare, bisogna quindi accettare i propri limiti e decidere di «prendere la croce», per raggiungere l’unica salvezza possibile.” Buona mostra.