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22/09/2014
LA VOCE DEI DISPERATI «NON CI RESTA CHE PREGARE»
Messa del vescovo Superbo nel presidio davanti alla Regione
 
Dal 31 agosto scorso 1.800 lavoratori in mobilità in deroga sono senza alcun sostegno finanziario, altri 1.000 saranno nel giro di un anno nella stessa situazione. Nei pressi della sede della Regione Basilicata hanno ormai una loro «sede», un gazebo che porta una frase che dovrebbe essere ovvia, ma che evidentemente non lo è: «Il lavoro è un diritto». Una sede provvisioria, in attesa che la loro situazione si risolva. «Non è un’attesa passiva la nostra – dice Michele Vitucci, di Ferrandina, uno dei 1.800, molto attivo e convinto delle ragioni dei lavoratori in mobilità in deroga, per nulla rassegnato – abbiamo fatto numerose proposte, soprattutto un progetto nell’agroforestale, che è inserito anche nel Piano del Lavoro di Cgil, Cisl e Uil. Non vogliamo essere assistiti, ma ricollocati, crediamo in questo progetto che ha u n’utilità sociale, ambientale ed economica. Ci metterebbe al riparo da questa situazione, che ci pone ai margini della società, e nello stesso tempo potremmo valorizzare il bosco, tutelarlo, traendone un vantaggio economico per tutti». I più vicini alla pensione non vogliono sentir parlare di reddito minimo, una possibilità che sarebbe comunque solo un palliativo, perché senza contributi, e ciò allontanerebbe per loro il momento del pensionamento. «Ho 60 anni – dice Marco Patrone – e 40 anni di contributi, non posso accettare il reddito minimo». Si sentono storie che accomunano questi lavoratori, non più giovani, ai giovani lucani senza lavoro, una storia limite è quella che ci racconta Domenico Pepe, del Comitato Lavoratori Ferrandina –Val Basento: «Io ho perso la mobilità in deroga, mia moglie è disoccupata, mio figlio di 28 anni, laureato in lingue, e l’altro di 24, diplomato in elettronica, sono alla ricerca di un lavoro che non arriva. Questa è la mia famiglia ». Così anche Teresa, di Tito, ci dice di non avere nulla per i suoi figli e soprattutto nulla per sé stessa, solo sacrifici. Nel gazebo è stata celebrata ieri una Messa, su richiesta dei lavoratori. «Il nuovo corso della Chiesa, inaugurato da Papa Francesco, - ha detto Vitucci - ci dà speranza in un sostegno non solo morale, ma anche capace di smuovere la politica». L’arcivescovo Agostino Superbo - che ha celebrato messa con il parroco della Chiesa Maria Santissima dell’Immacolata di rione Cocuzzo e il parroco di Avigliano - commentando la parabola dei lavoratori della vigna, ha ripreso le parole di Papa Francesco sulla dignità dell’uomo che va difesa dalla mercificazione e dalla povertà. «Come cristiani, guidati dallo Spirito Santo, - ha concluso l’arcivescovo - non possiamo non essere realmente e intimamente solidali con questi nostri fratelli». I sindacati erano rappresentati dai segretari Falotico e Vaccaro, rispettivamente Cisl e Uil, mentre per la Cgil ha partecipato Anna Russelli. Concorde la voce dei sindacalisti, che hanno fatto riferimento a quanto da essi proposto nel Piano del Lavoro, assicurando che si sta dialogando con la Giunta regionale e il presidente Pittella per una soluzione al problema. Tutti concordi che tra le tante soluzioni possibili l’impie go nell’agroforestale sia il più praticabile e utile. Pochi i politici presenti. E quei pochi a titolo personale.
 
Lorenzo Colicigno
fonte LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
categoria: ATTUALITÀ