Una nave circondata da un serpente di cemento, un prato verde, piante e fiori di ogni genere, barchette di carta dai colori vividi e tanti sorrisi di bambini spensierati su un’amaca: sono gli ingredienti vincenti dell’originale workshop “Serpentone Reload”, conclusosi con successo dopo una settimana di intenso e appassionato lavoro. Il workshop, rivolto a studenti, laureati e cittadini accomunati dal desiderio di fornire un supporto concreto alla vita quotidiana dell’intera comunità, è stato un proficuo momento di incontro e confronto con un quartiere periferico come Rione Cocuzzo, comunemente noto come “Serpentone”. La riqualificazione dell’area è partita da una forte spinta verso la riappropriazione di un grande edificio ipogeo con un parco pubblico, ribattezzato dai cittadini con il nome di “nave”, oggetto negli anni di aspre critiche da parte di residenti e non. Una grande costruzione avvertita come un oggetto estraneo, semplicemente perché poco conosciuto, si apre al pubblico e manifesta in modo tangibile quanto e come spazi fino a ieri abbandonati possano essere, invece, resi funzionali a più livelli. L’esterno della nave si trasforma in un giardino in cui trascorrere il tempo libero tra giochi e passeggiate, l’interno diventa uno spazio espositivo atto a ospitare eventi culturali in genere. La parola d’ordine è una sola: aggregazione. L’iniziativa promossa dall’Associazione Basilicata 1799, si inserisce nell’ambito del progetto “Epos” patrocinato dal Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata. Grazie alla collaborazione dello studio Wop di Potenza, specializzato in architettura e paesaggio, 25 persone, selezionate tramite un bando, si sono cimentate in una nuova sperimentazione dello spazio pubblico e hanno messo in campo le loro conoscenze per rivitalizzare un luogo abbandonato. “C’è stata grande partecipazione – afferma Gerardo Sassano Architetto-Paesaggista di Studio Wop – Molti residenti del Rione non conoscevano affatto la struttura ma, dopo essere stati coinvolti, hanno manifestato grande entusiasmo e voglia di fare.” Piantare i fiori è un modo per radicare progetti? Perché questi esperimenti partono proprio dalle periferie? “Le periferie sono le città del futuro, non fotogeniche d’accordo, anzi spesso un deserto o un dormitorio, ma ricche di umanità e quindi il destino delle città sono le periferie. Nel centro storico abita solo il 10 per cento della popolazione urbana, il resto sta in questi quartieri che sfumano verso la campagna. Qui si trova l’energia – afferma Renzo Piano in un’intervista sul Domenicale del Sole24 ore.” Dare respiro alla città rivolgendo maggiore interesse a posti dimenticati, è funzionale alla creazione di una stretta connessione tra le tante anime che convivono negli ambienti urbani. Oggi la distinzione tra centro e periferia non funziona più. “L’idea di fondo è la progettazione attiva che tiene conto delle potenzialità di un luogo – spiega Francesco Scaringi Presidente dell’Associazione Basilicata 1799 - lo spazio non ha una specifica connotazione ma deve assumere di volta in volta una diversa definizione. Questa struttura dovrà essere snella e adattabile, in quanto rivolta al mondo della creazione in un’ottica multidisciplinare. Sono molto soddisfatto della grande attenzione manifestata sia dai cittadini che dalle Istituzioni. La commissione Cultura del Comune di Potenza nei giorni scorsi si è riunita all’interno della nave.” Una nave può diventare davvero sinonimo di “Nuove avventure espressive - N.AV.E”! Nella serata conclusiva, tra le onde urbane, vari artisti hanno messo in campo la loro voce: Carlotta Vitale di Gommalacca Teatro ha recitato un testo dal titolo “Al di là del mare” e Gianluca Caporaso ha letto alcuni passi tratti da racconti inediti su città fantastiche. Ad accompagnare il moto artistico, la musica di Vito Viglioglia. Le onde di idee sono come le onde del mare affascinano e travolgono.