LA POLIZIA RICORDA L'AGENTE ZACCAGNINO
Una corona d’alloro in memoria dell’agente di polizia Vito Zaccagnino - ucciso da un rapinatore il 16 novembre del 1965 - è stata deposta ieri mattina davanti alla lapide nel cortile della caserma della polizia di Stato in via Lazio, a Potenza. Zaccagnino, nato ad Avigliano il 15 agosto del 1917, nel tentativo di sventare una rapina in una gioielleria del centro storico del capoluogo lucano, fu raggiunto da alcuni colpi d’arma da fuoco. A lui, da anni, è intitolata la caserma in via Lazio. Nella caserma Zaccagnino ha perso la vita nel 2001 il commissario Amia Esposito (la poliziotta è stata trovata impiccata alla maniglia della porta del bagno del suo alloggio. L’inchiesta, nonostante presentasse moli aspetti ancora da approfondire e un’autopsia che definiva il suicidio “atipico e incompleto”, fu chiusa in fretta dalla Procura che riteneva il suicidio provato. Il caso è stato riaperto circa un anno fa dalla Procura di Potenza, questa volta con l’ipotesi di omicidio volontario. Le indagini sono condotte dalla Squadra mobile di Potenza). Durante la cerimonia di ieri - a cui hanno partecipato alcuni familiari dell’agente Zaccagnino - il cappellano della Questura di Potenza, padre Pietro Anastasio, ha «chiesto di pregare per il collega scomparso e la sua famiglia affinché il signore dia loro consolazione e sicurezza». Il vicequestore vicario della Questura di Potenza, Dario Sallustio, ha quindi ricordato «la figura di Zaccagnino, servitore dello Stato fino all’estremo sacrificio della vita». Alla cerimonia, molto partecipata, hanno preso parte alcuni dirigenti della Questura di Potenza, i funzionari e gli agenti. Attualmente la caserma Zaccagnino ospita gli alloggi dei dirigenti degli uffici della Digos e della Squadra mobile e l’ufficio del personale della Questura di Potenza.