LETTERA APERTA ALL’EDITORE DE “LA NUOVA DEL SUD”
Dopo aver appreso che l’amico Mimmo Parrella è stato rimosso da direttore della Nuova del sud da parte del suo editore, viene spontaneo affermare che la scelta contro ogni regola calcistica, ovvero allenatore che vince non si cambia è “pazzesca” ed “imbarazzante”. Una qualità: l’onestà intellettuale, di Mimmo, che a giudicare dal siluro ad orologeria, qualifica il personaggio. Allora i casi sono due: o dobbiamo parlare di “naïveté” culturale o dobbiamo parlare di ignoranza tout-court. Mi perdonerà l’editore ma il giornale sotto la direzione di Parrella oltre a diventare il giornale più diffuso della regione ha rilanciato nei consensi anche il telegiornale della Nuova tv facendo storcere il naso al blasonato TGR. A dirla tutta anche perché tutti conosciamo i fatti mi seccherebbe anche se solo leggessi la metamorfosi di Kafka perché è “solo merda”. Tuttavia è indubbio che qui siamo di fronte a un momento di scelta: decidere l’inquadramento politico all’Emilio Fede dei tempi “eroici” del TG4, almeno si sapeva sempre da che parte stava e soprattutto non faceva differenze: censurava indistintamente tutti i denigratori di Berlusconi! O scegliere la libertà di espressione di Mimmo Parrella? Io sto sempre con la seconda! Caro editore, Si può uccidere il gallo che annuncia l'alba, ma non si può uccidere l'alba. Si può uccidere l'uomo ma non si può uccidere il suo pensiero e le sue idee. Ti rimando all’essenza che distingue gli uomini liberi dalle pecore. La libertà di stampa non si tocca, non si addomestica, e non c’é politico che tenga da questo punto di vista. Si ravveda della sua decisione per il bene dell’informazione. Concludo facendo i migliori auguri a Clemente Carlucci neo direttore designato e mi auguro che la lettera all’editore venga pubblicata, se così non sarà, pazienza me ne farò una ragione: Amen!