DAL COMITATO NO TRIV «NO» AL PERMESSO FRUSCI
Hanno ribadito il loro netto no al petrolio e alle trivellazioni. I membri del Comitato no triv Avigliano hanno voluto, attraverso un convegno «dare la possibilità a tutti di comprendere l’impatto reale del petrolio su salute e ambiente». Dopo i saluti del consigliere comunale Davide Bia, che ha ribadito che «l’amministrazione e l’intero consiglio sposano in pieno la causa del comitato», è stato proiettato il documentario di Giovanni Lancellotti, videomaker di Pietragalla, che ha accompagnato i presenti in un viaggio tra i Paesi della Val D’Agri e tra i territori del permesso petrolifero «Frusci», provando a capire se e quanta informazione c’è tra la popolazione dei paesi già colpiti dagli effetti del petrolio e di quelli che stanno per subirlo. «La politica – ha detto Albina Colella, ordinario di geologia dell’Università della Basilicata – parla dei benefici economici del petrolio, ma trascura l’impatto sull’ambiente e sulla salute». «Ultimamente – ha continuato – si sta tentando in Basilicata di imbavagliare la libera scienza. L’Eni, ad esempio, mi ha citata per danni e chiesto un risarcimento di 5 milioni di euro. C’è una partita troppo grossa in gioco: la delibera del comitato dei ministri per la tutela delle acque dice che i pozzi di reiniezione non devono inquinare le falde acquifere. Io ho trovato le acque del Pertusillo con percentuali di idrocarburi totali 646 volte oltre il limite nei pressi del margine petrolizzato. Se il pozzo di reiniezione Molina 2 chiudesse, tuttavia, l’Eni non avrebbe possibilità di smaltire tutte le acque di scarto a Tecnoparco e non potrebbe quindi continuare le estrazioni né il previsto raddoppio. Io, tuttavia, non mi faccio intimorire e continuerò a parlare e raccontare dell’inquinamento del territorio lucano». «Gli insediamenti petroliferi della Val d’Agri – continua - sono emblematici di un territorio fragile per la presenza di falde acquifere e di falde sismiche in cui i pozzi non dovevano essere fatti, o, perlomeno, bisognava utilizzare un’attenzione ben diversa». «Non vi fate ingannare dai dati che vengono divulgati – ha detto Antonio Frezza, medico di base di Spinoso e presidente dell’Associazione Pro vita sana. In Basilicata i tumori continuano a salire. «Dobbiamo stare uniti e combattere contro chi ha distrutto la nostra terra. Contro chi vuole che i giovani vadano via. Le loro morti sono più correlabili ai fattori ambientali. I vecchi, invece, possono anche morire». Domenico Dell’Ede - ra, genetista molecolare dell’Azienda ospedaliera materana, ha spiegato l’interazione tra geni e ambiente e mostrato come i fattori ambientali influenzano le mutazioni delle cellule, provocando infiammazioni e conseguenti insorgenze di malattie cardiovascolari e tumori.