IL BLITZ DI RENZI E LE CRITICHE
POTENZA - La Cgil e la Fiom, non hanno dubbi: «Renzi arriva a Melfi ma non in Basilicata». Il programma della visita di stamani allo stabilimento lucano della Fca confermerebbe questa tesi: Matteo Renzi arriverà alle 9 e 30 in elicottero direttamente nel piazzale interno dell’azienda accompagnato dall’amministratore delegato della Fca e dal rampollo degli Agnelli, John Elkann attuale presidente della Fiat Chrysler Automobiles e della Exor. Si fermerà quindi 50 minuti con gli operai (pare che faccia un giro per i reparti con una sorta di trenino) e ripartirà subito dopo. Un blitz vero e proprio per il capo del governo. Da qui le critiche di Cgil e Fiom ieri mattina alla conferenza stampa. Il segretario generale ciggielino Angelo Summa ha esordito: «Il presidente del Consiglio dimostra poco rispetto per le istituzioni, per le parti sociali e più in generale per i lucani. Decide di parlare con Marchionne ma non con la comunità». Se possibile ancora più netto è stato Massimo Brancato, segretario della Fiom Basilicata: «Renzi ha deciso di fare una passerella elettorale annunciando la sua visita con un tweet». Insomma la visita di Renzi in Basilicata a casa Fiat crea polemiche. Attesi davanti ai cancelli stamani dirigenti della Sel e altri movimenti per manifestare il proprio dissenso. La Cgil insieme alla Fiom, invece ha scelto una strategia diversa: ha spiegato le ragioni contro questa iniziativa del premieri in conferenza e ha svolto il volantinaggio tra i dipendenti della Fca di Melfi sempre ieri con una duplice motivazione: rispondere al distacco di Renzi (che evidentemente non cerca il confronto) con altrettanto distacco non presentandosi ai cancelli mentre il premier è dentro lo stabilimento e comunque distinguersi da chi va oggi a manifestare. Ma gli attacchi del sindaco sono stati netti. Summa ha sottolineato da parte sua che «Melfi sembra un’isola staccata dalla Basilicata: noi vogliamo invece che diventi un traino per la regione e per il Mezzogiorno. Vanno bene i nuovi modelli e i nuovi investimenti, ma si tratta di un’occupazione precaria con un tempo di “vita” di due o tre anni, mentre noi puntiamo a un assetto stabile del lavoro». Il segretario della Cgil di Basilicata rispondendo che a un eventuale invito di Renzi avrebbe comunque detto sì, ha attaccato le ultime manovre del Governo nazionale. E sulle questioni più specificatamente lucane ha “tuonato”: «Invece di ignorare le parti sociali e le istituzioni lu, Renzi bene farebbe a interrogarsi sul contributo reso dalla Basilicata al fabbisogno energetico nazionale rispetto al poco che la nostra regione riceve in cambio in termini di investimenti, occupazione qualificata e infrastrutture. La sproporzione tra la ricchezza estratta e le ricadute economiche e occupazionali sono a tutti evidenti e solo un intervento non propagandistico potrebbe effettivamente favorire percorsi di sviluppo sostenibili». Summa ha quindi spiegato: «Il Governo Renzi ancora non ha firmato il decreto su quei 130 milioni aggiuntivi delle royalties che servono per far partire il reddito minimo di inserimento. Per questo i bandi non partono. La Cgil di Basilicata non si siederà a nessun tavolo fin quando non partirà il reddito minimo». Da parte sua invece il segretario Fiom ha rilanciato: «In questo momento le aziende investono e lo Stato “deregolamenta” il lavoro, e così non si va avanti: suggeriamo al premier di evitare la passerella: a costo di essere definiti anche noi “gufi” continuiamo a credere che la realtà non possa essere ridotta a questo. Altre aziende grazie agli accordi con la Fiom assumono e i lavoratori non sono sfruttutati e guadagnano di più». Per il resto oggi si è appreso che insieme a Renzi ci sarà il presidente della Regione, Marcello Pittella. il sindaco di Melfi, Livio Valvano e il prefetto di Potenza Antonio D’Acunto. Ovviamente con le elezioni amministrative alle porte dal segretario del Pd forse era lecito attendersi anche un comizio elettorale. Ma questa è un altra storia.