ELEZIONI COMUNALI 2015 – 2020, AD AVIGLIANO GLI ASINI SI AGGRAPPANO AL CARRO DEL VINCITORE
Avigliano: all’alba del 1° giugno Vito Summa ha vinto trionfalmente le elezioni comunali e per la seconda volta si è riconfermato sindaco della città. E come sempre accade nelle migliori tradizioni “affaristiche”, quelli che prima arrancavano dietro ai carri di probabili vincitori, annullando, come per incanto le precedenti distinzioni e convinzioni (sic!!), tutti appassionatamente e convintamente, a spintoni sono saltati sul carro del prode reale vincitore. Le dichiarazioni fatte fino al giorno prima sono sparite e un coro informe plaude all’unanimità al nuovo re Vito, quasi a rivendicarne una parte di successo. Dopo la vittoria di Vito Summa ad Avigliano vien da dire che ora son tutti della stessa famiglia dem con le elezioni degli altri. Di fronte a tanta ipocrisia occorre ristabilire la verità, ed è bene ravvivare i fatti ad una memoria che si dimostra veramente volatile: dove erano tutte queste persone, compresi i suoi amici di partito ai principi di marzo, quando il carretto passava e i dem stavano vendendo la pelle dell’orso, ovvero la cacciata di Vito Summa a beneficio di Mimì Pace candidato sindaco per il PD, con il bene placido della destra (in)dem delle frazioni? Era il tempo di insorgere e a partire dal 7 marzo due “fessi” (il sottoscritto e Vincenzo Genovese) con questi due articoli dal titolo: “UN PARTITO NON E’ BELLO SE NON E’ LITIGARELLO avigliano – quando il partito democratico inizia a litigare, agli aviglianesi toccano i guai. quindi, Vito Summa prima che la lite si esasperi, troncala.” e - “ELEZIONI COMUNALI AD AVIGLIANO - psi senza se e senza ma su Summa”, hanno “sgamato” una famigerata manovra che stava diventando irreversibile per Vito Summa. evidenziandolo su Aviglianonline.eu e facendo schierare da subito il partito socialista contro le primarie di coalizione e a favore della riconferma del sindaco uscente. Aviglianese che mi stai leggendo, sei il benvenuto, ma non chiedermi altro. Che dirti ancora? Che le elezioni non le ha vinte Vito ma le ha perse Angelo Vito che si è fatto convincere dalle sirene dormienti che gli hanno rifilato il mattone con il nome del resuscitato “Mimì l’altro” invece di proporre un nome nuovo e magari una donna. Sarebbe stata dura da contrastare. Le elezioni non le ha vinte Vito ma le ha perse Angelo Vito che si è fatto ammaliare dal nome di Emanuele Gianturco suggerito sempre dalle sirene dormienti che gli hanno fatto credere al fattore “G” che avrebbe fatto la differenza. E la differenza l’ha fatta, si ma al contrario: non è nemmeno stato eletto. Le elezioni non le ha vinte Vito ma le ha perse Angelo Vito che ha candidato Anna D’Andrea e Leonardo Sileo che rappresentavano la giunta uscente tanto attaccata dai “progressisti” in campagna elettorale. Le elezioni le ha perse il direttivo del PD con in testa il suo segretario che non si sono premurati neanche di leggersi lo statuto e il regolamento dem, e il “segretario" si è pure candidato con un risultato sorprendente pari allo “0”. Le elezioni non le ha vinte Vito ma le ha perse Mimì stracciato nei confronti diretti. Le elezioni non le ha vinte Vito ma le ha perse Mimì che si è sottratto al comizio di fine campagna elettorale in piazza, sicuro di aver già vinto, preferendo i pre-festeggiamenti a tarallucci e vino e balli di comitiva. Le elezioni le hanno vinte i conti del bilancio comunale tenuti in ordine dall’assessore Vito Lucia, le donne in lista tutte elette, i volontari che hanno contribuito a dare credibilità all’amministrazione uscente (che irriverentemente ha però dimenticato di citarli nell’opuscolo “5 anni insieme”). Le elezioni le ha vinte soprattutto il vicesindaco socialista Antonio Bochicchio, non avanzando la sua pur legittima candidatura a sindaco e appoggiando con lealtà e determinazione la ricandidatura di Vito. Con le sue 765 preferenze e più di una cinquantina annullate, ha dimostrato, alla faccia dei suoi detrattori, di essere un animale da campagna elettorale degno di rispetto. I cani che dormono non si stuzzicano. Questi sono i fatti in minima parte riportati che hanno determinato la vittoria del centrosinistra e senza retorica una scontata sconfitta di costume dei progressisti. Dimenticavo di commentare la netta sconfitta del mascherato centrodestra costituito da Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale, lo faccio chiedendo aiuto a Dante Alighieri e al nono canto dell’Inferno – “La bocca sollevò dal fiero pasto”: il Conte Rosa di Avigliano si è mangiato l’ennesimo giovane come sempre più capace di lui, il mio omonimo Vincenzo Claps. A lui ribadisco nuovamente un semplice concetto: è ora di aprire gli occhi, farsi furbo e prendere le distanze dal suo “dominus” per rifondare il centrodestra ad Avigliano libero da imposizioni autoreferenziali. Alla fine della disamina, con la vittoria Vito Summa, che si era smarrito all’inizio convinto che nessuno lo potesse spodestare dando l’agio a chi non lo voleva, è riuscito a tenere insieme tutte quelle caratteristiche su cui sono cascati invece gli asini nostrani amici compresi, i quali, nonostante questo, non hanno potuto fare a meno di ragliare il loro entusiasmo e la loro vicinanza al cavallo vincente. Ora bisogna pensare a governare mentre io riprendo il mio posto da domestico a cui i “nascosti” del web, su segnalazione dei vari Gianni, Mimì e Donato mi hanno relegato. Ci risentiamo dopo i famosi 100 giorni e concludo suggerendo a tutti questi “nani personaggi” di andarsi a leggere la poesia del grande Trilussa: “DOPPO L'ELEZZIONI.”. E per il momento Amen e pax!
“DOPPO L'ELEZZIONI”
Nun c'era un muro senza un manifesto,
ROMA s'era vestita d'Arlecchino;
ogni passo trovavi un attacchino
c'appiccicava un candidato onesto,
còr programma politico a colori
pè sbarajà la vista a l'elettori.
Promesse in verde,affermazioni in rosso,
convincenti in giallo e in ogni idea
ce se vedeva un pezzo di livrea
ch'er candidato s'era messa addosso
cò la speranza de servì er Paese....
(viaggi pagati e mille lire ar mese.)
Ma ringrazziamo Iddio! 'Sta vorta puro
la commedia è finita, e in settimana
farà giustizia la Nettezza Urbana
che lesto e presto raschierà dar muro
l'ideali attaccati co' la colla,
che so' serviti a ingarbujà la folla.
De tanta carta resterà,se mai,
schiaffato su per aria,Dio sa come,
quarche avviso sbiadito con un nome
d'un candidato che cià speso assai...
Ma eletto o no, finchè l'avviso dura,
sarà er ricordo d'una fregatura
(Trilussa)