I CARABINIERI E LA PRIMA GUERRA IL RICORDO DEI MILITARI LUCANI CADUTI
Lo scoppio della prima guerra mondiale non fu improvviso. Alcune guerre, come lampi prima della tempesta, erano sintomi degli stati di tensione tra le varie potenze. Ricordiamo: la guerra franco-tedesca del 1870, con la creazione dell’impero di Germania e la sua politica di potenza; la guerra russo-turca (1877-78) per impedire alla Russia l’accesso ai «mari caldi» con la conquista di Costantinopoli; la guerra anglo-boera (1899-1902) per il possesso da parte della Gran Bretagna dei ricchi giacimenti; la guerra russo-giapponese (1904-05); la guerra italo-turca (1911), per un non ben definito «equilibrio Mediterraneo» che riguardava anche Francia e Gran Bretagna; infine, non ultime, le varie «guerre balcaniche» e la politica espansionistica dell’Austria-Ungheria in quel nido di vipere che erano i Balcani, in pieno furore nazionalista (in primis l’area della Bosnia-Erzegovina). Il 28 giugno 1914 il terrorista bosniaco Gavrilov Princip, assassinando a Sarajevo l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono asburgico, e la consorte, dava fuoco alla polveriera. Il 29 luglio l’Austria attaccava la Serbia; il 1° agosto la Germania dichiarava guerra alla Russia, e il 3 successivo alla Francia, con l’invasione del Belgio; da qui l’Inghilter ra dichiarava guerra alla Germania. Il 24 maggio 1915, in seguito all’entrata in guerra dell’Italia a fianco delle Nazioni Alleate, l’Arma, attuando i piani di mobilitazione, costituì, con personale in servizio e in parte richiamato dal congedo, un reggimento ed un gruppo squadroni e numerose sezioni assegnate per servizi di polizia militare al Comando Supremo, all’Intendenza Generale, ai Comandi d’Armata, nonché ad ogni comando di divisione di fanteria e cavalleria. Le sezioni agivano non solo nelle retrovie, ma anche nelle posizioni di prima linea, negli sbocchi dei camminamenti, nei punti di obbligato passaggio, lungo le strade e le direttrici di marcia delle truppe operanti. Il reggimento carabinieri, completata la costituzione a Treviso, con una forza iniziale di 65 ufficiali e 2.500 sottufficiali, appuntati e carabinieri, si trasferì ad Udine, sede del Comando Supremo. Il 04 luglio 1915, iniziando la 2^ battaglia dell’Isonzo, il comando del reggimento, con il 2° e 3° battaglione si spostò verso Cormons, passando alle dipendenze del VI Corpo d’Armata, per essere impiegato in operazioni sul fronte del Podgora. Lasciata la Banda ed il carreggio, i due battaglioni con la Bandiera raggiunsero, il 7 luglio, alcune trincee fronteggianti quota 240, ad essi cedute dal 360 reggimento fanteria e passando agli ordini della brigata «Pistoia». Di fronte ai massicci reticolati piantati dagli austriaci sulle pendici del Podgora, i carabinieri disponevano, però, soltanto di pochi attrezzi per aprire dei varchi; nonostante ciò il giorno 19 luglio, alle ore 11, previa preparazione di artiglieria, il 3° battaglione carabinieri mosse all’assalto all’arma bianca. Con gravi perdite, il battaglione raggiunse i reticolati nemici; successivamente entrarono in azione altre due compagnie mentre l’ultima si tratteneva in riserva con la Bandiera. Il fuoco nemico sbarrava inesorabilmente l’avanzata agli attaccanti, i quali, ricevettero l’ordine di fermarsi sulle posizioni raggiunte. Nel pomeriggio, con l’appoggio di tre compagnie del 36° fanteria, l’assalto stava per essere ripetuto, ma un ordine del comando del VI Corpo d’Armata arrestò le operazioni, in vista del grande squilibrio di forze e dell’assoluta impossibilità di raggiungere l’obiettivo. Il bilancio della giornata fu di 1 ufficiale morto e 6 feriti, 52 morti, 137 feriti ed 11 dispersi fra i sottufficiali, appuntati e carabinieri, su 33 ufficiali e 1.300 uomini che avevano partecipato all’azione. Dall’Albo d’Oro dei Militari Caduti nella Guerra Nazionale 1915 – 1918, volume III^ Basilicata, edito dal Ministero della Guerra [ Roma 1928 ], risultano deceduti i seguenti quattro carabinieri lucani: Vito Antonio Romaniello, di Domenico, nato il 18 ottobre 1892 ad Avigliano, Carabiniere del 1° Reggimento Carabinieri Reali, morto il 20 luglio 1915, sul Monte Podgora per ferite riportate in combattimento; Giovanni Imundo, di Donato, nato il 7 luglio 1896 a Castelmezzano, Carabiniere Reale del 336° plotone, morto il 9 novembre 1918 nell’ospe - dale da campo n. 322 per infortunio per fatto di guerra; Canio Palladino, di Saverio, nato a Montemilone il 21 maggio 1891, Vice Brigadiere della Legione Carabinieri Reali di Napoli, morto il 03 ottobre 1918; Ercole Laus, di Savino, nato il 6 marzo 1897 a Barile, Carabiniere della Legione Carabinieri Reali di Verona, morto l’11 dicembre 1918.