I LUCANI INSIGNI PREMIATI NEL CASTELLO
LAGOPESOLE . Lasciare la propria terra per cercare fortuna lontano dai propri affetti è un atto doloroso. Segna l’esistenza e non recide mai il legame con chi si lascia nel proprio paese. Ma tornarvi perché la terra natia ha apprezzato l’attività che l’emigrante ha svolto o svolge è un orgoglio. Per famosi o meno. A Lagopesole, nella suggestiva cornice del Castello, in cinque sono venuti a ritirare un premio ambito, quello dei «Lucani Insigni», promosso dal Consiglio regionale e dai Lucani nel mondo per gratitudine e soprattutto per fierezza. E come si fa a non essere orgoglioso quando qualcuno va in Canada, studia, si afferma come avvocato e diventa uno dei più rinomati imprenditori nell’energia alternativa e nella stessa letteratura? Si è orgogliosi anche quando una giovanissima ricercatrice lascia il proprio paese, insegna all’Università e diventa personaggio di spicco nel mondo della medicina. Un orgoglio per chi a Venezia diventa il vero demiurgo delle Università, dell’architettura italiana e dello studio di nuove soluzioni che vanno bene anche nella stessa Matera del terzo millennio. Ci si riempie il petto anche se si raggiunge la vicina Pompei e si trova chi lascia l’Università lucana per andare a dirigere uno dei più celebri siti archeologici del mondo, progettando soluzioni di recupero che sono frutto sì di intuito ma anche di applicazione rigorosa nello studio dell’antichità. Orgogliosi si è quando si diventa imprenditore con uno strumento musicale (l’arpa) che la si esporta in tutto il mondo. Lucani insigni, insomma, che arricchiscono il patrimonio culturale di una Basilicata che vuole sconfinare con i propri figli senza mai perdere il contatto con il ricco e variegato territorio di una regione continuamente protesa verso scommesse non sempre facili e abbordabili. E così gli illustri personaggi che hanno dato e danno lustro a questa terra hanno ricevuto la gratitudine dell’istituzione regionale, confidando ad una ricca platea segreti e paure archiviati ormai dalla storia. Sono uomini e donne diversi tra loro, accomunati dalla tenacia con la quale sono riusciti ad affermarsi superando pregiudizi e difficoltà di adattamento a mondi nuovi, molto più esigenti e complicati del nostro. Hanno saputo imporre la determinazione tutta lucana, condita da lealtà e riservatezza, senza mai strappare le proprie radici. Anzi, mostrandole ad ogni occasione per rafforzare il percorso dei sacrifici compiuti. Sono stati premiati dai vertici del Consiglio regionale e della Giunta: Canio Kenneth Cancellara, avvocato, Cristina Ferrone, biologa e ricercatrice, Amerigo Restucci, architetto e rettore, Massimo Osanna, soprintendente e il compianto Victor Salvi, imprenditore.