UN CALCIO SOLO ALLE DIPENDENZE
POTENZA - Giocate in pace: è l’invito rivolto da don Cesare Covino in occasione dell’inaugurazione del Centro sportivo sociale “Samia” presso il Centro Polifunzionale Integrato “Potenza città sociale.” «Nella lealtà dello sport si scopre il ruolo dell’amicizia - ha sottolineato il sacerdote. Il sano agonismo non solo favorisce l’integrazione e stimola il talento ma, in occasione della giornata mondiale della lotta alla droga, diventa un elemento capace di veicolare l’attenzione e l’interesse delle persone non sul tema delle dipendenze bensì sulle implicazioni pratiche e quotidiane del concetto di solidarietà, di coesione, e di scambio tra giovani territorio e istituzioni. L’unico termine ad essere bandito è proprio il sostantivo droga, la ragione è molto semplice: la droga non deve essere avvertita come uno spauracchio, come un elemento che scinde drasticamente ciò che c’è dentro da ciò che c’è fuori, non deve categorizzare. Superare una dipendenza equivale a superare se stessi, a imparare a conoscere a fondo un disagio nascosto o evitato. L’isolamento della società dalle comuni attività: è la seconda parola bandita. Sottraendo al reale due elementi dall’accezione così negativa, ne deriva una condivisa volontà e una forza necessaria per arrivare a un obiettivo. E lo sport in tal senso assume un ruolo di spicco perché unisce. «L’area del Centro adibita a campo di calcio era dismessa - spiega Maria Elena Bencivenga, psicoterapeuta e presidente della struttura - trasformarla in un un luogo aperto al pubblico è indice della nostra necessità di trasformare un problema in una risorsa. Attribuendo al centro sportivo il nome dell’atleta somala “Samia” , abbiamo dato al nostro lavoro la duplice valenza di accoglienza e costruzione di un sogno comune. Tutto ciò che facciamo, infatti, è frutto dell’intensa collaborazione con i nostri ospiti. Tale atteggiamento è utile a far sì che ciascuno di noi si senta adeguato in qualsiasi circostanza». All’inaugurazione del centro sportivo era presente il primo cittadino Dario De Luca che ha posto l’accento sul tema della legalità e ha manifestato grande apertura nei confronti del centro e delle sue esigenze, e il Garante per l’infanzia Vincenzo Giuliano. Un tiro al pallone ha coinvolto tutti senza distinzione di ruoli. La festa degli abbracci promossa da Antonella Amodio, presidente dell’associazione Yin-sieme, ha unito in cerchio esperienze diverse, difficoltà, voglia di riscatto. «Il contatto tra essere umani salva la vita - ha sottolineato Amodio - per essere reale, tuttavia, deve essere fatto con il cuore. In un cerchio non esiste il primo e l’ultimo». «Il mio sport preferito è la pallavolo - ha detto un ospite del centro - la speranza è che le persone come noi non vengano emarginate o viste in maniera sbagliata all’esterno. È questa la sfida più grande».