DEVOTI DAI TEMPI DELLE CROCIATE
La devozione per la Madonna del Carmine pare si sia diffusa in Avigliano prima che in altre zone della Basilicata grazie ad alcuni reduci dalle Crociate. Sulla vetta di una «montagnola», a 1228 metri di altitudine e lontana circa 8 km da Avigliano, c’era una rudimentale capanna con un’im - magine della Madonna dipinta su un sasso e si racconta che in molti erano soliti recarvisi. I ricordi precisi, però, hanno inizio nel funesto 1694, quando ci fu una terribile carestia e, l’8 settembre, alle ore 19, uno spaventoso terremoto. La popolazione, spaventata, si rifugiò sulla «montagnola» e lì rimase accampata per 40 giorni, facendo voto che se gli aviglianesi fossero tornati sani e salvi alle loro case, avrebbero proclamato la Madonna del Carmine loro protettrice, avrebbero acquistato, con pubbliche offerte, una bellissima statua in legno ed avrebbero costruito una cappella in quel luogo. Così avvenne. Nel 1696, al termine della costruzione della cappella sul monte, il Sindaco propose che la Beatissima Vergine del Carmine fosse proclamata protettrice di Avigliano, ma si dovette attendere fino al 1811 perché l’autorità ecclesiastica la ratificasse ufficialmente. Col tempo la festa si ampliò, ma a causa di numerosi incidenti che avvenivano al termine della processione per l’abitudine di alzare un po’ troppo il gomito, la festa fu sospesa. Nell’agosto del 1719 un violentissimo uragano si abbatté sulla città e sulle campagne: una fanciulla quindicenne, sorpresa dalla tempesta mentre lavava i panni nel torrente Braida, stava per annegare quando le apparve la Madonna del Carmine che la salvò e l’accompagnò fino alla «croce di San Biagio», località alla periferia di Avigliano, dove la Madonna le disse di riferire la sua volontà che fossero ripresi i festeggiamenti in suo onore. L’antica consuetudine fu quindi ripristinata e mai più interrotta, incrementandosi sempre di più anche tra gli abitanti delle altre zone della provincia.