POSSIDENTE - E’ stato il passaparola partito dalla canonica a riunire, mercoledì sera, i residenti della frazione di Avigliano. Così, dalle 20.30 circa, ha preso il via la manifestazione cittadina, alla presenza di anziani, bambini e giovani. Un’ottantina di persone in tutto - poche rispetto ai 1600 abitanti che vivono nella zona che, in quest’occasione, hanno preso posto nella piazza anfiteatro della frazione, al fine di dialogare insieme al parroco che guida la comunità. Difatti, è stato padre Thomas a lanciare l’iniziativa che parte dal basso, con l’intento di discutere dei diversi temi che stanno a cuore alla popolazione. Spesso non c’è modo e tempo di dialogare; così, a due passi dalla chiesa, il parroco di origini indiane, che da tre anni guida la comunità di Possidente, ha pensato di riunire tutti i cittadini non in veste di sacerdote, bensì come amico e abitante della frazione.
Come molti aviglianesi che vivono a diversi chilometri dalla città, anche padre Thomas ha notato che nell’hinterland del centro gianturchiano, spesso, c’è qualcosa che non funziona, qualche servizio che non viene più erogato, dunque, qualcosa in meno per la collettività. Riunirsi in piazza per prendere coscienza di ciò? Ebbene, secondo il sacerdote, frequentemente, i cittadini non sono in grado di gestire le problematiche e dopo lamentele varie, nessuno fa nulla di concreto per risollevare la frazione. Pertanto, l’incontro ha avuto l’obiettivo d’esortare gli abitanti ad andare oltre le divisioni interne, che sussistono anche in un piccolo agglomerato urbano, e far sentire la propria voce. «Bisogna prendere in mano la situazione e fare fronte comune, perché quest’area è dotata di grande capacità organizzativa e vivacità intellettiva e ha il dovere di migliorarsi anche per le generazioni future» - ha spiegato il padre Thomas ai concittadini.
Dunque, una critica costruttiva nei confronti della comunità di Possidente che, agli occhi del parroco - che conosce bene anche le aree limitrofe, gravitando nelle zone di Paoladoce, Frusci, Dragonetti, Sant’Angelo, Inforchia - appare sempre più divisa da lotte interne, anche di fronte ai problemi. E, mentre ognuno pensa alle necessità personali, la comunità vede venire meno importanti risorse come la direzione didattica e, adesso, la notizia della possibile chiusura degli uffici postali.
La spazzatura, la viabilità, la marginalizzazione e il rischio di diventare una comunità-dormitorio: tutti problemi che sussistono a Possidente, ma cosa si può fare per risolverli?
A questo punto è necessario pensare insieme alle possibili soluzioni, lanciando ognuno la propria idea. Dunque, durante l’incontro, tra i tanti problemi d’affrontare, i cittadini hanno preso la parola per dichiarare la propria contrarietà alla chiusura dell’ufficio postale che, secondo molti non può avvenire per motivazioni economiche. Anche Lorusso Vito, consigliere comunale PdL di Avigliano presente all’incontro, è intervenuto nel dibattito, spiegando ai cittadini che è stato chiesto un consiglio comunale aperto, che si terrà proprio nella frazione, al fine di discutere del rischio chiusura delle Poste a Possidente.
In questa borgata, inoltre, ci sono diverse attività commerciali ed eliminare questo servizio pubblico vorrebbe dire marginalizzare sempre più quest’area e creare disagi alla popolazione. Dunque, i cittadini intendono opporsi a questa volontà di Poste italiane ma, soprattutto, chiedono di conoscere la motivazione. Pertanto, si provvederà ad una raccolta firme che, in tempi brevi, verrà consegnata al sindaco, Vito Summa.
«Al fine di coordinare le azioni dei cittadini di Possidente potrebbe risultare utile l’istituzione di un comitato di quartiere, in grado di occuparsi di questo e di altri problemi d’interesse collettivo» - questa è la proposta di molti cittadini, condivisa anche da padre Thomas. Ma tale strada non è facilmente percorribile, poiché sono pochi gli aviglianesi che hanno voglia di prendersi questa responsabilità e, inoltre, esistono già cinque associazioni nella zona che potrebbero assolvere a questo compito. A volte, però, il lavoro fatto da gruppi di persone, non viene apprezzato dalla collettività. «Le associazioni devono fare un passo indietro, perché invece di aggregare ci dividono» - ha chiesto un cittadino che non ritiene utile affidare le sorti della frazione al mondo dell’associazionismo e del volontariato. Adesso, l’impegno dev’essere assunto da tutti, con l’intento di arginare la marginalizzazione a cui è destinata la frazione. Dunque, è necessario che Possidente si svegli davvero e chieda un maggiore intervento degli amministratori locali e dei politici che, dopo la campagna elettorale, non sembrano interessarsi alle sorti di questa comunità.