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04/11/2015
CONSUMO DI CARNI NON CI SONO LINEE GUIDA
la pediatra d’addezio riferendosi all’oms
 
L’allarme lanciato dall’Oms continua a far parlare. Dopo il focus di sabato scorso sulla Gazzetta, in cui il gastroenterologo dell’Irccs Crob Orazio Ignomirelli, la nutrizionista Antonella Catenacci e la pediatra Maristella D’Addezio hanno spiegato dal punto di vista medico scientifico i rischi dell’eccessivo consumo di carne e insaccati e suggerito cosa mangiare per u n’equilibrata e corretta alimentazione, torniamo sull’argomento con delle precisazione della dottoressa D’Addezio. «Le carni lavorate – afferma – sono sicuramente cancerogene e un’assunzione quotidiana di 50 grammi al giorno (quantità che si potrebbe assumere portando ogni giorno il panino con insaccati a scuola), aumenta il rischio di sviluppare tumori. Considerato ciò, la quantità e la frequenza di utilizzo resta una decisione individuale, non incasellabile in rigide regole e legata al buon senso personale, in quanto l’Oms non ha rilasciato linea guida in proposito». «Il compito di stilare linee guida – spiega dal canto suo la nutrizionista Catenacci – è passato ai singoli governi nazionali. In Italia il Ministero della Salute ha deciso di non emanare nuove linee guida, giudicando la proposta dell’Oms di riduzione del consumo al 5% eccessivamente restrittiva » . «Tuttavia – continua la nutrizionista – delle linee guida sul consumo di carne esistono e sono quelle del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro, che ha concluso un’opera ciclopica di revisione di tutti gli studi scientifici sul rapporto fra alimentazione e tumori, disponibile su www.dietandcancerreport.org, e, a proposito di carne rossa invita a limitarne il consumo. Per i derivati si usa addirittura il termine evitare, cosa che fa riflettere sul fatto che non vi sia un limite al di sotto del quale probabilmente non vi sia rischio». «Le variabili – asserisce Ignomirelli – sono tante. Le cause che portano alla formazione del cancro in un individuo non sono solo alimentari ma anche ambientali e coinvolgono la predisposizione genetica e lo stile di vita in generale. I dati dell’Oms parlano di rischio di cancro del colon retto aumentato del 18% se si consumano 50 grammi al giorno di carni rosse o insaccati. Come spesso accade, la differenza la fanno sempre le quantità e la frequenza».
 
Sandra Guglielmi
fonte LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
categoria: SALUTE E BENESSERE