AVIGLIANO - 23 NOVEMBRE 1980: IL TERREMOTO
L’Italia trema spesso e tutti, solo quando ricorrono gli anniversari dei terremoti, ci ricordiamo che bisogna fare qualcosa. L’Italia purtroppo sarà sempre la patria dei guelfi e ghibellini, che dopo ogni catastrofe impara a conoscere un pezzo di Essa che non esiste più: ieri si chiamava Abruzzo, l’altro ieri si chiamava Irpinia e Basilicata, l’altro ieri ancora Friuli (ma quanta gente vive ancora nei container e la ricostruzione è ferma?). A dirlo è l’assessore all’ambiente del comune di Avigliano Antonio Bochicchio che continua: “Dinnanzi agli eventi della natura, c’é un valore che in fondo accomuna, gli angeli del fango ai soccorritori che intervengono in caso di terremoti e catastrofi, ed è la voglia di far rinascere dalle macerie le città distrutte, è la volontà di “ricostruire” per far rivivere di nuovo, piazze, vie, vicoli, spazi comuni e case, come avvenne per Varsavia, rasa al suolo dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale. Ho voluto riparlare di terremoto solo oggi, il giorno dopo una ricorrenza importante: il trentacinquesimo anno del terribile, devastante terremoto del 23 novembre 1980, avvenuto in una domenica dal clima mite, perché sono convinto che questa amministrazione comunale, ha il dovere di tracciare un bilancio di quanto è stato fatto nel post-sisma ad Avigliano. E’ necessario che gli uffici competenti forniscano dati certi e definitivi, necessari a comprendere meglio lo stato dell’arte delle opere danneggiate e riparate, i motivi degli eventuali ritardi nella ricostruzione, al fine di individuare i punti di sofferenza sui quali intervenire per effettuare un recupero ed, infine, verificare se questo terremoto rimarrà un evento cosiddetto minore. Infine, sapere se le risorse finanziarie restanti siano sufficienti a completare la ricostruzione del post-terremoto." Bochicchio, inoltre, ricorda innanzitutto a se stesso, che c'è ancora molto da fare. “Il terremoto –continua Bochicchio- non deve essere solo paura ed angoscia, ma soprattutto speranza. L’impegno della politica non si limiti alla memoria della tragedia. Quando, chi li detiene, avrà reso pubblici i dati della ricostruzione, aggiornati, e i dati di quanto ancora manca per completarla nel nostro Comune, i politici sapranno cosa fare”. “ Perché” -conclude Bochicchio citando un passo del libro di Carola Cusani “L’infanzia è un terremoto” - “il tema dell’agire è tutt’altra cosa dal fare…una cosa è un’opera che puoi progettare e realizzare mantenendone perfettamente il controllo, una cosa diversa è l’agire politico. Nell’agire si dà inizio a qualcosa, un processo che è per sua natura imprevedibile”.