KAOS DI COLORI, PERSONALE DI SILVIO DI GIOVANNI
Al principio fu Caos scriveva Esiodo, quel principio di tutte le cose, l’origine di quello che non c’era, quel Kaos o Chaos inteso quale personificazione dello stato primordiale di "vuoto", e' quel luogo dove le entità vengono in essere e trovano collocazione.
Da questo riferimento mitologico e filosofico altamente simbolico arriva anche il Kaos di colori; la personale di pittura di Silvio Di Giovanni presso il Circolo culturale Gocce d'autore.
Da questo Kaos inteso nella sua antica accezione di Spazio beante, di Spazio aperto in cui i colori viaggiano da una parte all'altra della tela secondo un ordine preciso che nulla lascia intendere alla casualità.
Riferimenti al Mediterraneo, alla Basilicata, alla Lucania ancestrale, ai fiumi ed alla natura; uno spazio artistico ed un percorso estetico dell’avvocato pittore Di Giovanni nel suo miscelare i colori, il turbinio di cromaticità; l’emozione comunicativa del suo astrattismo.
Le opere di Silvio di Giovanni sono composizioni cromatiche che destrutturano la realtà per ricomporla con nuove forme: moduli di colori che si dilatano e consistenza materica che si addensa offrendo all'osservatore un'immagine di focosa quiete dalla quale farsi avvolgere.
Colori e materia che evocano paesaggi surreali le cui forti tinte del rosso e del giallo fanno da contrappunto al celeste che digrada o ascende verso blu cristallini.
La mostra inaugurata il 2 dicembre presso quell’angolo di raffinata cultura che è Gocce di autore in Vico De Rosa n 6, in pieno centro storico di Potenza rimarrà aperta sino al 11 dicembre ed è visitabile dalle dalle 18,30 alle 20,30.
All’inaugurazione assieme ad Eva Bonitatibus, Pasquale Palese - tra i pilastri dell’associazione culturale- ed all’artista anche Rosella Corda, poliedrica studiosa e ricercatrice che ha introdotto la mostra al pubblico presente oltre ad averne curato anche la critica estetica.
“Dei lavori di Silvio Di Giovanni colpisce anzi tutto la composizione cromatica: primo e ultimo livello della sua scomposizione e de-figurazione del reale in stringhe di colore. Nastri, come viatici carichi di tensione emotiva, scorrono e a moduli ridisegnano una materia fratta, divisa, un mondo di comparti comunicanti per contrasto e non per comunanze. Le dissonanze sono anche creste di linee su di un mare denso ad onde disuguali, quelle di un animo profondo tentato (ma tradito) dall’armonia” afferma Rosella Corda “ Assonanze di sintesi oltre le crepe delle materie pittoriche. Il gioco di contrappunto tra le fasce risuona in tracce musicali, restituendo suoni all’orecchio a partire dalle vibrazioni visive cui è sottoposto l’occhio: in una sinestesia allucinatoria pare di ascoltare il chiasso vivido di una gioia rossa o il silenzio giallo di una malinconia acre. È plasmato, con grande coerenza, un pluriverso plissettato, dai ritornelli multipli, capaci di aprire il quadro ai territori transpersonali della Tavola. Una Tavola i cui riferimenti montano di lavoro in lavoro una sintassi infinita: come il desiderio e come l’inconscio”.
Ed in un percorso di critica estetica tra mito, idee e citazioni e riferimenti a Deleuze la Corda sottolinea un aspetto importante della pittura astratta di Di Silvio “ C’è una volontà di potenza in quelle braccia di colore, a volte distese a volte strette in gomiti chiusi. All’apparenza tessere di una trama ordinata, in realtà filamenti di ragnatela sensibili ai segni meglio che ai simboli.
Ed è anche per queste suggestioni, forse, che ci si ritrova a proprio agio nel senza forma di una ispirazione così modulata: catturati e rapiti dalle energie primarie di un tempo prima e dopo il tempo, in balia di una carezza pura, che difende gli spessori intimi di chi osserva e restituisce fiato, sogno, libertà”.