LA NUBE DELL’ETNA ARRIVA FINO A NOI
Sole oscurato, anche se solo parzialmente, e una leggera pioggia di cenere nera a tratti impercettibile. L’hanno notata in tanti, ieri mattina, in alcune zone della Basilicata: è stato il «regalo» portato fini qui dall’Etna. Dopo aver attraversato la Calabria, infatti, la nube di cenere provocata proprio dall’eruzione del vulcano siciliano, ha raggiunto Basilicata e Puglia nella mattinata di ieri. Un passaggio veloce e, forse, non da tutti notato, ma che ha contribuito ad oscurare il sole, provocando una particolarissima pioggia di cenere nera al suolo. Le immagini diffuse dai satelliti sono state molto eloquenti e hanno mostrato il flusso di cenere che, attraversata tutta la Calabria, grazie ai venti e alle correnti particolare che si sono manifestate nella giornata di ieri, ha potato la nube a transitare per la fascia jonica lucana, arrivando anche a fare capolino in alcuni centri interni del materano e del potentino. Nulla di particolarmente grave, ovviamente, né di clamoroso: si è solo trattato di una congiuntura meteo che ha contribuito a far risalire la nube fino alla vicina Puglia. Non è la prima volta che una nube riveniente da un’eruzione vulcanica giunge da queste parti. Alcune persone di Pisticci, naturalmente di età molto avanzata, hanno sempre raccontato, ad esempio, che nel secolo scorso, dopo quella che è stata molto probabilmente l’ultima attestazione di vita da parte del Vesuvio, una fitta nube fece capolino da queste parti. I racconti dei nonni ricordavano che addirittura qualcuno scambiò per neve quella che, invece, era cenere. Anche in quel caso, dunque, la particolare conformazione dei venti e delle correnti trasportò fino al Metapontino la testimonianza di un’eruzione. Questa volta, invece, la nube nera è arrivata da Sud, più precisamente dalla Sicilia, ma la sostanza non cambia. L’eruzione, iniziata il 3 dicembre, è stata descritta come spettacolare: un risveglio che l’Etna ha voluto «celebrare » con fontane di lava alte centinaia di metri che per alcune ore hanno rischiarato il cielo sullo Stretto di Messina. Poi c’è stata la ripresa dell’attività stromboliana e il levarsi di una enorme nube nera di cenere che, sospinta dai venti, ha creato disagi dapprima a Messina e Reggio Calabria, poi fino alla Puglia, passando per la Basilicata. Insomma, l’Etna ha volto rendere partecipe del suo brusco risveglio praticamente tutto il Meridione d’Italia.