OSTAGGI DI BRANCHI DI RANDAGI IL RISCHIO DI UN’EMERGENZA
AVIGLIANO - I piccoli amici dell’uomo, in cerca di padrone, sembrano essere davvero molti nel comune gianturchiano; difatti, in città si moltiplicano gli avvistamenti di veri e propri branchi di randagi, che s’aggirano per vicoli e strade, soprattutto in tarda serata, alla ricerca di qualcosa da mangiare. Che il randagismo preoccupi i cittadini di tutte le età è dunque normale, anche perché proprio un branco di randagi, lo scorso anno, aggredì un passante lungo il percorso fitness. L’uomo fu morso ad una gamba da uno di questi cani e, a tale episodio, seguirono diverse segnalazioni presso il comando dei vigili urbani, volte a indicare la presenza di randagi. Ma cosa si è fatto per risolvere il problema?I cani trovatelli continuano a raccattare avanzi di cibo tra i rifiuti, aumentano le segnalazioni di cucciolate che rischiano di finire schiacciate dalle auto in corsa ma, quel che è peggio, è che non sempre questi amici a quattro zampe sono docili, anzi. Alcuni cittadini, infatti, si sono imbattuti in esemplari rabbiosi e sono state ritrovate anche carcasse di animali morti; qualche volpe e dei cuccioli, aggrediti forse da un branco di randagi. Non c’è poi da star tranquilli se, di notte, i randagi la fanno da padroni nei vicoli del centro storico e nel quartiere “Basso la Terra”; li si sente abbaiare, azzuffarsi, ma sarà peggio quando andranno in calore. Un ricovero in una struttura sanitaria canile dei piccoli amici dell’uomo, con l’iscrizione all’anagrafe canina e vaccinazioni diventa, dunque, sempre più urgente. Ma la vicenda dei canili in Italia è complessa. La legge quadro di riferimento, la 281 del 14 agosto 1991, disciplina la gestione dei canili nel nostro Paese e tutela gli animali d’affezione. La regione Basilicata - che ha recepito la norma con la legge n. 6 del 25 gennaio del 1993 - ha stabilito che Comuni, Province, Comunità Montane, Uussll, in collaborazione con le associazioni di volontariato protezionistiche, sulla base di programmazione regionale, dovrebbero attuare iniziative volte alla prevenzione e la lotta del randagismo di cani e gatti. Ancora, per legge questi randagi devono consumare solo cibi confezionati - non possono essere somministrati avanzi di cucina delle mense scolastiche anche se si ridurrebbe la quantità di conferimento in discarica con i conseguenti risparmi. Dunque, prendersi cura del miglior amico dell’uomo costa circa 2,50 euro al giorno, ovvero, 913 euro all'anno; se consideriamo una cinquantina d’esemplari, s’arriva a cifre che si aggirano intorno ai 45 mila euro. Pensando ai tagli derivanti dal patto di stabilità, però, per i comuni lucani, è stato necessario ridurre anche questa spesa corrente. In particolare, per il canile comunale di Avigliano, mai inaugurato e in condizioni fatiscenti, urgeva una “messa a nuovo” che è costata ben 8.400 euro, al fine di poter finalmente ospitare gli amici a quattro zampe. Ad oggi, la struttura è pronta ad accogliere i randagi e, a tal proposito, da tempo è stato emanato un bando per affidarne la gestione. Una sola ditta di Baragiano - che gestisce già un altro canile - ha partecipato al bando ma, rendendosi conto che il costo giornaliero stabilito, non poteva coprire le spese di gestione ha, dunque, richiesto la rescissione del contratto. Pertanto, attualmente, il canile è vuoto e non c’è alcun animale in custodia. Gestire il canile vuol dire dedicarsi agli animali con impegno e dedizione, aspetti che non vanno sottovalutati e che risolverebbero definitivamente il problema del randagismo in città. Nessuno ha voglia di gestire il canile ma, come spesso accade ad Avigliano, tutti coloro che si definiscono animalisti, sono pronti a denunciare solo la mancata apertura del ricovero per gli amici a quattro zampe. Il risultato di questa situazione è un diffuso malcontento, oltre che paura e preoccupazione per un disagio che potrebbe trasformarsi in emergenza.