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12/07/2016
MARCO GALLO : IL PICCOLO MARCIANO LUCANO
Il pugile originario di Lagonegro è stato campione italiano in due categorie e in classifica mondiale
 
Aveva ritmi intensi sul ring e nella vita e non mollava mai. Sveglia presto; alle 5 footing e poi in fabbrica a lavorare, Dopo subito in palestra ad allenarsi; era pur sempre un pugile professionista e di quelli bravi. Vita dura da quando aveva lasciato quel paesino nel Sud Basilicata., Lagonegro immerso nel verde, su una montagnola. Ora abitava a Pistoia. Marco Gallo aveva sempre lottato caparbiamente da buon lucano. Aveva già vinto un campionato italiano nei piuma; poi un secondo nei superpiuma e il prossimo avversario tanto per cambiare era forte. Alfredo Raininger, qualche mese prima re d’Europa nella stessa categoria. Per allenarsi in palestra era salito da Taranto un giovane superpiuma emergente Claudio Nitti - nel 1989 sarebbe diventato campione italiano dei superpiuma- longilineo, alto e con tecnica. Nitti era lo sparring ideale, aveva caratteristiche simili a Raininger e avrebbe anche combattuto quella sera del novembre 1984. I due divennero presto amici. Una sera dopo lo sparring e la doccia Nitti notò che Marco Gallo aveva una specie di fanale e cercava un metodo tenerlo fermo sulla testa . “Ma che fai” chiese il giovane pugile. Il Lucano rispose: “Domani alle 5 vado a correre e mi serve fissarlo sulla testa ; devo riuscire a tenerlo acceso e non farlo cadere ”: Nitti lo guardò sbalordito ;” Ma vabbè , ma alle 5 non è tanto buio poi c’è l’illuminazione dai. Marco sei esagerato”. Gallo lo guardò e rispose : “ Mica per il buio. A quell’ora dove vado a correre ci sono i cacciatori di cinghiali. Mica ho voglia di farmi sparare ”. Era così caparbio e tosto il piccolo Marciano Lucano. “Una persona eccezionale - racconta Nitti - mi faceva sentire a mio agio. Mi veniva prendere in albergo per andare in palestra e mi accompagnava dopo. Gentile nella vita ma sul ring era un duro; non aveva paura di nessuno”.
Marco Gallo era così: ha affrontato i migliori da subito. Piccolo di statura anche per i piuma, era un buldozer che non si fermava mai ed affrontava tutti a muso duro. Giovane professionista esordiente al suo decimo incontro va in casa de lampione italiano dei piuma Natale Carreda, un boxer con 55 incontri alle spalle . Dal ring di Cagliari quel giugno del 79 il giovane lucano ne esce sconfitto dalla giuria sulle 10 riprese; un verdetto dal sapore casalingo. Ma lo mette in evidenza come un serio contente al titolo italiano che diverrà suo il 26 marzo 1980. L’avversario il già campione italiano dei gallo Alfredo Mulas, un pugile esperto con un apri contro il fortissimo Zurlo al campionato europeo. Ma a Lugo di Romagna vince il 25enne di Lagonegro per ko alle terza ripresa. Piccolo, muscoloso, gran gancio sinistro e un destro che fa male, avanza sempre senza curarsi di niente e nessuno, Un piccolo Marciano lucano. Una difesa del titolo vinto per ko contro Lalli, poi cede il campionato al fortissimo Melluzzo. Ma il futuro campione europeo quella sera soffrì molto. Gallo era un pugile che non aveva paura di nessuno, affrontava anche avversari con più esperienza come Siracusa oppure temuti ed evitati come l’inglese Flint. Poi il 13 novembre 1981 ha di nuovo la possibilità di combattere per il titolo italiano dei piuma; la corona è vacante è l’avversario un giovane romagnolo dal pugno micidiale; un ammazzasette : Loris Stecca il futuro campione mondiale dei pesi supergallo.
“Quando il grande Umberto Branchini mi disse che tra qualche mese avrei combattuto per il titolo italiano - racconta Loris Stecca - aggiunse : “attento affronterai Marco Gallo. Loris ricordati sempre e non dimenticarlo che quello ha una grande castagna, fa male" Lo sapevo e come se lo sapevo. Io ero più tecnico e fresco ma sapevo bene che non dovevo mai sottovalutarlo. Infatti ero in vantaggio ma al 9 round mi arriva un gancio sinistro . Una botta tremenda che frastorna . Riesco a legare nel corpo a corpo Gallo e far passare quel round. Alla fine ho vinto ai punti. Con Marco fu per me un incontro fondamentale nella carriera; fu il primo incontro importante arrivai al 12 round. Marco prima l’ho conosciuto come avversario da battere poi l’ ho scoperto come uomo. Ne nutro il massimo rispetto: lo simpatico e generoso e lo ricordo perchè fu il mio trampolino di lancio”. Gallo non si lascia prendere dallo sconforto; incassa qualche sconfitta, ma sale di categoria, anche la sua potenza sembra essere aumentata e con determinazione conquista posizioni dei superpiuma. Batte Liscapade per ko nella eliminatoria all’italiano dei superpiuma e nel settembre 1983 vince il suo secondo titolo contro Di Muro. Lo difende 6 volte vincendo sempre prima del limite: Nardi, due volte contro Giuseppe La Vite, Bizzarro, Raininger . Scala anche i vertici europei ; entra nei primi 20 della classifica mondiale ed ha la possibilità per diventare campione europeo contro il fortissimo Renard. I due sono co-sfidanti ufficiali per il titolo vacante ma il campionissimo è un ostacolo troppo duro. Ma il pugile lucano è ancora più duro, vuole il terzo titolo italiano, quello dei leggeri ma ormai l’età è avanzata ed il peso di incontri combattuti sempre senza tregua e con i migliori si fanno sentire: perde con il fortissimo emergente De Lorenzi, va in Danimarca ad affrontare il futuro campione europeo Racheed Lawal poi il 3 marzo 1990 mette ko Kaabi e dice addio alla boxe combattuta ma non alla noble art. Attualmente Gallo è un apprezzato maestro della noble art.


Marco gallo vivi a Seravalle Pistoiese in Toscana, ma sei nato il 19 novembre 1955 a Lagonegro in Basilicata. A che età ti sei trasferito ?
avevo 9 anni quando i miei si trasferirono in Toscana. Sono un emigrato praticamente e lo dico sempre ; ed io stesso ho iniziato a lavorare subito. Pensa avevo 13 anni e neanche potevo legalmente ma lavoravo e come se lavoravo. Lavoravo tanto…

Poi la boxe, come ti sei avvicinato alle 4 corde?
Ero bassotto; un po’ sovrappeso e volevo dimagrire; iniziai per scherzo. Poi poco a poco sono diventato un agonista.

Qualcosa della tu attività dilettantistica?
Da dilettante ho affrontato gente quotata ; ero forte e spesso mi facevano affrontare anche pugili di categoria superiore. Alla fine ho fatto il vuoto attorno a me, mi allenavo ma non trovavo avversari . Poi il militare, un po’ di calo, anche se ho vinto contro pugili di alto livello come Giamberini .
Da professionista eri chiamato il piccolo Marciano; gran gancio sinistro; e un gancio destro da ko. Combattente generoso, attaccavi sempre. Ho notato nel tuo record che sei stato precoce: hai subito affrontato pugili forti senza evitare nessuno? E cosi?
Vero. Infatti ho anche affrontato anche Caredda a pochi match; poi subito il titolo italiano a 12 incontri all’attivo. All’epoca era difficile arrivare subito al titolo italiano,. Battei Mulas; forte pugile ma lo misi ko alla terza ripresa con una combinazione : montante destro seguito da un gancio sinistro Lo ricordo bene. Fu trasmesso sulla Rai; e fu la prima volta che un mio incontro andava in tv.

Poi poco più di 10 incontri e vinci il primo titolo italiano nei piuma, nel 1980 batte Lalli. Poi subito affronti ottimi pugili come Salvatore Melluzzo che appena un anno dopo diventa campione Europeo; il picchiatore Michel Siracusa; poi il futuro campione mondiale Loris Stecca. Insomma non ti sei fatto mancare nulla.
Beh diciamo che non avevo timore di nessuno. Anzi più forti erano e più mi divertivo e mi caricavo. Del resto poi ogni incontro ha una storia a se; ogni avversario va rispettato dal modesto al fuoriclasse ma personalmente avrei affrontato tutti. Come ero abituato d dilettante che basso di statura e peso gallo combattevo anche con i superleggeri, senza timore.

Affronti Loris Stecca per il campionato italiano dei piuma, lo metti anche in difficoltà alla nona ripresa. Impresa non facile, perdi e non ti scoraggi anzi Sali di categoria e ti prendi la soddisfazione di vincere ancora titolo nel 1983, di difenderlo anche 5 volte prima di abbandonare la corona. Come mai lasciati vacante il titolo italiano.
Perche dove dovevo affrontare Renard per il titolo europeo; non avevo tempo per difendere la cintura italiana e l’abbandonai anche per dare la possibilità ad altri colleghi di potersi fregiare del titolo italiano.

Da superpiuma sei arrivato anche nelle classifiche mondiali se non sbaglio, nei primi 12. Impressa non facile all’epoca in uan categoria dominata da Rocky Lockridge ;Wilfredo "Bazooka" Gomez;Alfredo Layne,Brian Mitchell o Azumah Nelson e Julio Cesar Chavez. Solo per fare qualche nome. Mi avevano avvisato di questo ma non ci credevo, mi sembrava strano in un periodo dove nei superpiuma oltre ai campionissimi che hai citato ci c’erano altri fior di pugili; insomma una categoria che all’epoca viveva un periodo straordinario di talenti e qualità. Poi mi fecero vedere boxe ring e incredulo vidi che era vero: Marco Gallo tra i migliori superpiuma mondiali.

Poi Marco Gallo si ferma un attimo, diventa triste e mi ricorda di quel gran pugile che fu Jean Marc Renard, trovato morto a soli 52 anni dalla moglie dopo circa 36 ore dal suicidio. Aveva lasciato due lettere di addio spiegando il gesto per i problemi affettivi.

Hai vinto molto battendo ottimi boxer, perso con grandi pugili come Stecca, Melluzzo, Renard, Lawell. Hai rimpianti nella tua carriera? No, assolutamente no. Ho avuto risultati, ho vinto molto ed ero apprezzato perche combattevo con l’anima e poi vincevo molto anche prima del limite. Ho vinto, ho perso con forti pugili; qualche incontro me lo hanno fatto perdere le giurie ma pazienza. Sono passati tanti anni ormai e fa parte dell’esperienza di vita

C’è un detto chi è stato rimane pugile per sempre. Segui ancora la boxe? Ma soprattutto ora a mente fredda che pensi del pugilato. Cosa è stata la noble art per te.
La seguo e sono un maestro di pugilato nella palestra Accademia Ugo Schiano di Pistoia; mi piace allenare, mi piace stare infondere la mia esperienza, poi ringiovanisce a stare assieme ai ragazzi; anche se a volte diciamolo ti fanno arrabbiare. Ma fa parte del gioco. La boxe per me è stato uno stile di vita; duro certo ma non si sale sul ring se non sui ha preparazione e mentalità adeguata. E’ sacrifico tanto sacrificio; quando io mi alzavo per andare a allenarmi vedevo i miei coetanei ritornare a casa dopo una notte di divertimento. Ho fatto altre scelte e non me ne pento. Perché la boxe non è solo uno sport; non è violenza ma è rispetto, sacrificio insomma. La boxe mi è rimasta nel sangue.

Ritorniamo alle tue origini lucane. Ritorni spesso a Lagonegro?. Che rapporto hai con la tua comunità e la Basilicata ?
Ci ritorno spesso e volentieri; sono cresciuto sono cresciuto in Toscana e ho l’accento toscano e si sente. Ma sono pur sempre un lucano ed inutile il legame affettivo rimane sempre. Poi anche a distanza di anni, quando ritorno a Lagonegro; oltre ad essere il toscano Marco Gallo mi trattano ancora come se fossi il campione di pugilato; è cosi. Molto bello e molto calore da parte dei miei concittadini.



 
Leonardo Pisani
fonte TALENTI LUCANI
categoria: ATTUALITÀ