ACQUA E ARIA IN BASILICATA, LA COMMISSIONE UE RISPONDE AD UN'INTERROGAZIONE DI PEDICINI
La Basilicata - ha scritto la Commissione Ue - fa parte del distretto idrografico dell'Appennino meridionale. Stando alle informazioni a disposizione della Commissione, l'aggiornamento del piano di gestione del bacino idrografico dell'Appennino meridionale è stato approvato dall'Autorità dei bacini idrografici, ma non è ancora stato adottato definitivamente dal governo nazionale. La Basilicata comprende due zone di qualità dell'aria che hanno superato i valori-obiettivo definiti nella direttiva 2008/50/Ce per l'ozono nel 2012, 2013 e 2014. In base alle informazioni in nostro possesso, - ha continuato l'organismo esecutivo dell'Ue - la Basilicata è conforme ai valori limite definiti in tale direttiva. Si fa presente che, contrariamente ai valori limite, che comportano un obbligo assoluto e incondizionato, i valori-obiettivo e altri obiettivi ambientali devono essere rispettati solo se possibile e dove non implichino costi sproporzionati. Gli Stati membri - ha sostenuto la Commissione europea nella risposta a Pedicini - non sono obbligati a mettere in atto piani di azione a breve termine nelle zone e negli agglomerati in cui i valori-obiettivo, come quelli relativi all'ozono, non siano rispettati. Tuttavia, nelle zone e negli agglomerati in cui un valore-obiettivo non viene rispettato, l'articolo 17 della direttiva 2008/50/Ce richiede agli Stati membri di garantire che il programma predisposto a norma dell'articolo 6 della direttiva 2001/81/Ce e, se del caso, un piano per la qualità dell'aria siano messi in atto al fine di raggiungere i valori-obiettivo. Il programma nazionale per la progressiva riduzione delle emissioni nazionali annue di biossido di zolfo, ossidi di azoto, composti organici volatili ed ammoniaca è stato adottato dall'Italia a giugno del 2003. "La risposta della Commissione europea - ha commentato Pedicini - è superficiale e, come al solito, gira intorno alle questioni dando informazioni parziali e limitate che non entrano nel merito dei quesiti posti ma si fermano agli aspetti burocratici e formali forniti dalle stesse istituzioni nazionali. Nonostante ci sia in corso un'inchiesta della magistratura, sui danni provocati all'acqua e all'aria dalle estrazioni petrolifere in Val d'Agri e sulla presenza del termodistruttore Fenice di Melfi, anche le istituzioni europee continuano ad avere un atteggiamento prudente e rassicurante che non ci convince e non ci soddisfa. Per ora, due aspetti sono emersi con chiarezza e ci fanno dire che abbiamo fatto benissimo a presentare l'interrogazione: il governo nazionale è inadempiente perché non ha ancora adottato l'aggiornamento del piano di gestione del bacino idrografico dell'Appennino meridionale di cui fa parte anche la Basilicata; due zone della Basilicata hanno superato i valori-obiettivo della qualità dell'aria definiti nella direttiva europea 2008/50/Ce per l'ozono nel 2012, 2013 e 2014. Nelle prossime settimane, - ha concluso Pedicini - continueremo a tallonare la Commissione europea, il governo nazionale e la Regione Basilicata in tutte le sedi per approfondire le singole problematiche e raccogliere nuove informazioni".