LA STORIA DEL SOLDATO VITO ROTUNNO: 100 ANNI PER LA CROCE MILATARE ALLA MEMORIA
Sono passati 100 anni, cento lunghi anni da quando il soldato Vito Rotunno nato ad Avigliano il 14 giugno 1890 morì a 26 anni per le ferite riportate nella battaglia nella battaglia di Monte Seluggio ad Arsiero nel Veneto quindi sull’allora fronte austro-ungarico.
Il soldato Rotunno è annoverato, per il suo eroico sacrificio, nell’Albo d’Oro dei Caduti della Basilicata (Vol. III, fg. 2) perì il 25 agosto 1916 lasciando la moglie e 3 figli ma la notizia arrivò solo agli inizi di ottobre, un episodio che la figlia Margherita nata nel 1910 - ora scomparsa- si ricordava dell’episodio perché arrivarono i carabinieri a casa a portare la notizia. Ma la storia ha dell’incredibile: la famiglia per oltre 97 anni non ha saputo dove fosse sepolto esattamente Vito. Al tempo si diceva solo : è morto al fronte. Le fonti storiche e militari davano solo che il giovane aviglianese era alle dipendenze della Brigata “Volturno”, inquadrata a sua volta nella 10^ Divisione del Corpo d’Armata d’Assalto, deceduto per le ferite riportate in combattimento contro l’artiglieria austro-ungarica, il 25 Agosto 1916 nella battaglia di Monte Seluggio . La famiglia solo cento anni grazie al pronipote don Claudio Mancusi assistente spirituale della sezione provinciale del P.A.S.F.A. di Salerno (associazione per l’assistenza spirituale alle Forze Armate) ha potuto iniziare le ricerche e scoprire esattamente il luogo di sepoltura.
“La celebrazione del centenario di Vito Rotunno, mio bisnonno, è nata dal desiderio di mia madre e della mia famiglia di conoscere il luogo della sepoltura ed assicurargli dignità - spiega Don Claudio - Ho toccato con mano da un lato i bizantinismi dell'amministrazione e dall'altro ho scoperto un mondo di istituzioni, associazioni, persone, che impegnano tempo, conoscenze e risorse per la memoria dei caduti e delle loro gesta”.
Don Claudio ha iniziato le ricerche al comune ad Avigliano trovando gli atti di nascita, matrimonio e morte poi tramite il Comando Militare Esercito Basilicata ha richiesto all'Archivio di Stato di Potenza l'estratto del Foglio Matricolare. Ma la ricerca è diventata sempre più difficile prima la consultazione della Banca Dati dei Caduti della Area Storica del Ministero della Difesa; poi la richiesta al Dipartimento "Onor Caduti" dello Stato Maggiore dell'Esercito ma nulla. La ricerca è finita quando Don Claudio ha avuto l’intuizione di contattare il parroco e l'Associazione Nazionale Alpini di Arsiero e grazie all'elenco delle placche identificative dei sepolti con la descrizione del ritrovamento sono riusciti a dare indicazione del luogo esatto di sepoltura.
“Oggi sappiamo con inequivocabile certezza che il soldato Vito Rotunno è inumato nell'ossario del Sacrario Militare di Arsiero, dopo essere stato traslato da una sepoltura nello stesso campo di battaglia del Monte Seluggio - continua don Claudio - Esprimo gratitudine allo Stato Maggiore dell'Esercito ed all'Ordinariato Militare per l'Italia per il supporto offerto e la determinazione nel perseguire l'obiettivo della ricerca. Rimane sempre vero che il livello di civiltà di una nazione si misura soprattutto dall'onore che essa tributa ai propri caduti, rendendo consapevoli i cittadini dei valori conquistati a caro prezzo e non negoziabili nelle forme politically correct del momento o dei venti di convenienza elettorale: purtroppo alcuni comuni hanno lasciato cadere nell'oblio delle menti, evidente nella non cura dei monumenti, tale concetto; altri piantano ulivi rimuovendo monumenti ai caduti (esperienza appresa in Campania): è quanto mai necessario alimentare la memoria storica perchè pur essendo vero che la "storia è maestra di vita" resta altrettanto vero che la vita è una svogliata discepola! “
Don Claudio ha anche richiesto ed ottenuto l’assegnazione postuma della Croce di Guerra alla memoria dal Ministero della Difesa . Vito Rotunno è stato ricordato a 100 anni esatti dalla scomparsa con una messa in suffragio celebrata dal bisnipote il 25 agosto presso la parrocchia potentina di Santa Maria del Sepolcro con la presenza dell’assessore Vito Lucia e del comandante della polizia locale Donato Rosa con il gonfalone della storica 'associazione combattenti in rappresentanza del Comune di Avigliano, del Tenente Colonnello Corbisiero in rappresentanza del Comando Militare Esercito Basilicata e degli ufficiali del Reggimento Cavalleggeri Guide 19' di Salerno dove Don Claudio è cappellano militare , una rappresentanza del 45' Battaglione Vulture di Nocera Inferiore e le Le Guardie d'Onore delle Reali Tombe al Pantheon.
Durante la celebrazione è stata data lettura del messaggio dello stato maggiore dell'esercito italiano.
Per l’occasione la nipote del caduto, la poetessa Camilla Carriero, ha composto un’ode in vernacolo aviglianese prendendo spunto da una lettera inviata a suo tempo dal nonno alla sua cara moglie, di cui riportiamo il testo:
Cara Maria Antonia,
S’ sapiss’ quant’ m’ par’ affor’t’ sta’ luntananza, e
Nà pricundija granna m’ piglia quann’ penza
a ti’ e i figliariedd’ nuostr’, Cù lu cor’ mm’ an’
t’ scriv’ tù nù puoij crer’ cum’ m’ trem’,n’ r’ man’,
Sta’ luntananza eglia nà suffirenza , ij p’ tè a i figlij
nun’ riescij manch’ a dorm’, v’ sonna ma’ gli uocchij meij sò semp’ apiert’.
Mo’ arriva viern’ pò ven’ l’ astata, ma ij tengh’ sem’p’
lu’ chiatr’ n’ dà lu’ cor’, vurrija ess’ auciedd’ p’ vula’,
sop’a la grasta cà n’ c’è sop’ a la funestra toija.
Vurrija vre’ quann’ m’ baccia a lu’ tumpagn’
faij i maccarun’, quann’ m’past’, quann’ attizzi lu’ fruchil’,
Quann’ mm’ ann’ Mar’arita a la scola, quann’ faij ru’
pan’cuott’ a Carmiluzzecchia, Tumuas’ je’ sem’p’ cap’
tuost’ assaij, t’ faci semp’ arrinzila’ nù vol’ sape’ né r’ scola
a né r’ sci’ n’ dù nù mastr’ a la puteija eglia scapaci
ma cchì putim’ fa’.
Ij tengh’ vintiseij ann’, a stav’ sirvenn’ la Patria, quist’ je’ lu duver’ r’ lu suldat’, pre’a a Cristi cà m’ facij arr’ tra’,
Cà senza r’ vuij je’ brutt’ assaij.
M’ arricorda quann’ erm’ ziti,quann’ puterm’ arrubba’ quacch’ vas’ ij t’ vuardaia sem’p’ n’ cantat’ ,quedd’ gnett’ neur’
a cchì bella vocia! Cum’ eglia brutta ssa’ luntananza,
m’ par’ r’ ess’ carcirat’, lu’ cor’ m’ lu’ sen’t’ chia’ at’,
Nù v’ avrija vulut’ maij lassa’. Ij m’ sent’ ancora nù vuaglio’
cà chiagn’ sem’p’ a nun’ s’ facij capaci, ognij iuorn’ cà passa penza ,je’ un’ r’ men’ an’desa m’aggia arr’tra’.
Ma i iuorn’ passar’n’ a l’astata arruvuav’ ma idd’ nonn’ Vito
nunn’e’ cchiu’ turnat’
Se sapessi quanto mi pesa questa lontananza e
la grande tristezza che mi avvolge quando penso
a te ed ai figlioletti nostri, con il cuore in mano ti scrivo:
tu non puoi credere come mi tremano le mani,
questa lontananza è una sofferenza, io per te e per i figli non
riesco neanche a dormire.
Vi sogno ad occhi aperti!
Si avvicendano le stagioni ma io ho sempre il ghiaccio nel cuore,
vorrei essere un uccello per volare
sul davanzale della tua finestra;
ti vorrei vedere mentre impasti i maccheroni,
quando alimenti il focolare,
quando mandi Margherita a scuola,
quando prepari il pan cotto a Carmelina,
Tommaso è sempre testa dura, ti fa disperare, non vuole saperne né di scuola e né di bottega,
è fatto così, non possiamo farci nulla.
Io ho ventisei anni e stò servendo la Patria,
questo è il dovere del soldato:
prego Cristo che mi faccia ritirare!
Senza di voi non posso vivere!
Mi ricordo quando eravamo fidanzati e
quando potevamo rubare qualche bacio,
io ti guardavo sempre incantato con le tue trecce nere e la tua bella voce!
Come è brutta questa lontananza, mi sembra di essere carcerato!
Il cuore me lo sento piagato,
non avrei mai voluto lasciarvi!
Io mi sento ancora un ragazzo
che piange sempre e non si rassegna!
Ogni giorno che passa,
penso che è un giorno in meno per ritirarmi!
Ma i giorni passarono
Arrivò l’estate ma lui
Nonno Vito non è più tornato.
Soldato Vito ROTUNNO, fronte austro-ungarico, maggio 1916