LUCIANO MARINO CON L’OSCAR RICEVUTO A LONDRA
Londra - L’«Oscar» come come miglior «Work Experience Provider» arriva in Italia ed è stato assegnato sabato sera alla società «Education and Training Network », rete di agenzie che si occupa di mobilità internazionale nel campo della formazione dell’aviglianese Luciano Marino. Al prestigioso riconoscimento «Study Travel Star Awards», assegnato ogni anno nella capitale britannica, la società lucana che ha creato istituti di formazione legati alla mobilità internazionale per studenti, docenti e formatori, è arrivata nella cinquina finale, e poi vinto, sbaragliando autorevoli concorrenti a livello mondiale. «Gli Study Travel Star Awards – spiega Marino con voce rotta dall’emozione - sono un premio importantissimo nel nostro business che funziona come per l’Oscar: per ogni categoria ci sono 5 nominati e solo nella serata di gala si conosce il vincitore. Nella nostra categoria erano state nominate 3 organizzazioni del Canada, una inglese e noi. Ottenere questo riconoscimento è u n’emozione fortissima e una soddisfazione enorme. Ritirare il premio nella prestigiosa location dell’Hilton Park Lane alla presenza di oltre 800 persone provenienti da tutto il pianeta e sentire i loro applausi è stato meraviglioso». «Ancora non mi sembra vero e non riesco a non pensare alla strada fatta per arrivare fino a qui - continua. Un cammino bellissimo alimentato dai sogni. Ho pensato al mio amico e poi mio socio Francesco Di Bello, a quanto nelle difficoltà sono servite le nostre lunghe chiacchierate, quel nostro reciproco aiutarci come si fa tra amici. Ho pensato al minuscolo ufficio che avevamo all’inizio, alla difficoltà di pagare l’af fitto, alla gioia intensa dei primi successi, a tutte le giornate spese a costruire. Adesso siamo qui, 20 anni dopo a confrontarci con i migliori del mondo. Ed io sono a Londra, in rappresentanza delle 50 persone che fanno Etn ogni giorno, in Italia, Inghilterra, Spagna, Germania, Bulgaria. Tra le cose più difficili, quando si cresce, c’è la salvaguardia di uno spirito di gruppo, un dna capace di permeare l’agire di tutti, di far sentire un senso di appartenenza. Penso che sia questo il nostro tratto peculiare, una organizzazione che ha una sua identità definita che attraversa i paesi e che incontri in ognuna delle 50 persone. Ciò fa di noi ciò che siamo, ciò ci ha consentito di arrivare sino a qui». «Sono profondamente soddisfatto di questo percorso - conclude. C’è la gioia di aver fatto bene e l’orgoglio di essere diventati un punto di riferimento per centinaia di organizzazioni in tutta Europa. Con Franco avevamo adottato una frase di Claudio Magris come nostro motto personale: «Coltiviamo l’utopia nel disincanto». Ecco, senza prenderci troppo sul serio, pensando che per costruire belle storie non c’è bisogno di una faccia feroce. Basta crederci e sognare. Noi ci abbiamo creduto ed adesso eccoci qua, felicissimi e pieni di gioia per questo grande risultato! Un importantissimo traguardo che ci stimolerà a fare e a lavorare sempre meglio».