IL TEATRO DI EVA OVVERO DELLE DONNE A TESTA ALTA E CIGLIO ASCIUTTO
Eva Immediato, una passione per il teatro sin da quando era studentessa in Lettere Moderne ad indirizzo Arti e Scienze dello Spettacolo, presso l’Università La Sapienza di Roma, percorso concluso con una tesi in Storia e Critica del Cinema, dal titolo “Visione e desiderio. L’immagine allucinatoria in Bunuel, Paradjanov, Kusturica”. Lucana di Lagonegro si è formata in vari laboratori teatrali, corsi e seminari tenuti da artisti vari, tra cui: Carmelo Bene, Bruce Mayer, Filippo Timi, Compagnie Forain de Paris, Dramma Teatro di Popoli, Carlo Quartucci e Carla Tatò, Edda Dell’Orso, Centro Mediterraneo delle Arti, La Cueva (Accademia di flamenco e danza spagnola).
Tra le esperienze professionali: Teatro- Diana Oris, “Il medico dei pazzi” regia di Carlo Giuffrè; Aviapervia Produzioni Multimediali, “Musicante” regia di F. Giuffrè, “Per la via dei canti”, “Istruzioni per l’uso della donna”, “Terra e vento” regia di A. De Rosa,; Hormiaiteatro, “Bianca” regia di E. Forte; Compagnia del Teatro Immediato, “Donne nel casino” regia di G. Digilio; Centro Mediterraneo delle Arti, “Medea, diario di una clandestina” , “Il canto di Antigone” , “Federico II tra Oriente e Occidente”, “Contadini del Sud”, “Levi Carlo Graziadio”, “Il mistero della Torre Barbara” regia di Ulderico Pesce; Teatro Manzoni, “La cipria del colonnello”, “La valigia blu” regia di Carlo Alighiero; La Plautina, “Sogno di una notte di mezza estate” regia di Sergio Ammirata; Assoc. Sant’Heliae Teatro, “La testimonianza”, “Abelardo ed Eloisa”, “Figumorisca” regia di F. Madonna; Teatro Ateneo, “Weisse Rose Lied” regia di Maurizio Donadoni; Teatro Intengrato Internazionale, “Don Perlimplino” regia di Pino Ferrara; “Il demonio” regia di Raffaello Sasson. Cinema- Rai “Vito ballava con le streghe” regia di Vittorio Nevano; Cineclub Nuova Italia “Amaro amante Lucano” regia di Federica Falabella e Marco Mazzieri.
Dalle “Bambole di strada” alle brigantesse, da Frida Kahlo, a Monna Lisa. Eva Immediato si sta specializzando nel teatro al femminile?
Mi affascinano le donne che hanno saputo distinguersi, mi piace entrare nelle loro vite e raccontarle, viverle ed emozionarmi con loro. Mi piace raccontarle in forma privata, raccontare la donna più che il personaggio, in una sorta di confessione immaginaria, con le incertezze, i dubbi e le paure. Le passioni travagliate e devastanti. Regine o Brigantesse, sante o dannate, io ho urgenza di raccontarle, raccontarle oltre. La Vita oltre la Storia.
Usi sempre un tuo motto “Testa Alto e ciglio Asciutto” ce lo spieghi?
Appunto! Donne che non abbassano mai la testa e che, a testa alta, affrontano il proprio destino. E’ una frase del mio caro amico, giornalista e scrittore, Mimmo Sammartino. Ciglio asciutto poiché il dolore è privato. Chi non versa lacrime in pubblico non vuol dire che non pianga, forse piange di più, ma non ama farsi commiserare. Ognuno di noi porta la propria croce, ma diverso è il modo di salire il Calvario.
Mi ha affascinato molto questa riposizione della Gioconda, il tuo monologo come descrive Lisa Gherardini del Giocondo. Ricordiamo che Dmitrij Sergeevič Merežkovskij Nel libro “Leonardo, o la Resurrezione degli dei” del 1901 sosteneva che Monna Lisa fosse stata sepolta nella tua Lagonegro.
Partendo dal personaggio conosciuto della Gioconda, ho voluto darle un corpo fatto di carne, sangue, pulsioni, emozioni e sentimenti, non solo e non più tela e colori! Una Monna Lisa che è semplicemente Lisa, una donna fermata nel tempo, immortale e immutabile. Ho curato l’adattamento teatrale di un racconto della Professoressa Agnese Belardi, che immagina Monna Lisa vittima di femminicidio. Poi, mi sono trovata a dover dare parola, voce ed emozione a Monna Lisa. Ho scritto così un monologo in cui Lisa si racconta a vagare tra le case del borgo medievale di Lagonegro (il Paese, il mio Paese, in cui la leggenda narra abbia concluso la sua esistenza), tra le genti che lo popolano e che lei impara a conoscere e di cui impara a fidarsi. Una Monna Lisa che chiede di uscire dal quadro per farsi carne e anima; una Monna Lisa che non dimora al Louvre, ma tra i ruderi dell’antico castello della sua Lagonegro, ai piedi del Monte Sirino, protetta dalla Madonna delle Nevi, rassicurata dalla ninna nanna delle donne del posto.
Poi Frida, uno dei tuoi ultimi spettacoli. Un monologo che hai presentato prima a Bari.
Frida è la mia ultima fatica. L’incontro con un personaggio incredibile, una Donna forte e impetuosa, tutta carne, sangue, pancia, passione, essenza. La sua storia ha appassionato milioni di donne e non solo. I suoi quadri sono la sua voce, le sue mani, il suo cervello. E sono stati proprio i suoi quadri a farmi entrare nella sua travagliata anima. Misurarmi con un personaggio tanto amato non è stato facile; dovevo assolutamente capirla, raccontarla e viverla restituendo la verità,altrimenti sarebbe stato un tradimento. Così, quando Ilaria Di Bari mi ha fatto leggere il suo testo e mi ha proposto di interpretarlo, ho accettato la sfida e sono andata incontro a Frida. Non so come e cosa sia successo, ma l’ho trovata… Ho trovato i suoi brividi, la sua passione, la sua rabbia, la sua leggerezza, il suo dolore. Ho debuttato a Bari il 10 marzo e da allora sono stretta in un abbraccio infinito con questa donna che ben conosce il significato della frase “testa alta e ciglio asciutto”!
Eva ma quanto è difficile fare teatro in Basilicata?
E’ difficile… Soprattutto, si ha a che fare troppo spesso con mancanza di professionalità e approssimazione… e questo fa molto male all’Arte
Il teatro a torto è considerato come una arte per una elite, eppure i corsi o i laboratori sono frequentati da tanti amatori. O a volte si considera teatro solo l’opera classica o famosa . Invece il teatro è vita, è attualità . Come mai questa situazione?
Il teatro è sempre più per tutti e tutti lo fanno… ma non tutti vanno a vederlo. Bisogna vedere tutto il Teatro, quello bello e quello brutto, per poter scegliere e capire le differenze. Ma a teatro si va poco, a meno che sul palco non ci sia un personaggio famoso o un amico. Ma ci sono le belle eccezioni e per quegli occhi emozionati e vogliosi e per il fuoco che arde dentro, io non smetto di fare Teatro. Comunque.
Scrivere per il teatro…. Croce e delizia. E’ tanto difficile oppure semplicemente è una creazione relegata a pochi; quasi fosse un genere minore della scrittura.
Scrivere per il Teatro è difficile. La scrittura per il Teatro deve avere una voce propria, conoscere tempi e ritmi emozionali. Non è facile trovare bei testi scritti per essere interpretati. Anni fa, molti anni fa, ho incontrato uno scrittore che mi ha affidato i suoi racconti e io ho sentito l’urgenza di metterli in scena, di dar loro corpo, anima, voce. E’ un lucano, Antonio De Rosa, di Oppido Lucano. I suoi testi sono fatti per prendere corpo e l’attore ha il dovere di dar loro tale corpo. Sono incontri importanti, che segnano e ti indicano la via. Ecco, lui è il mio scrittore e ciò che scrive racconta la mia anima attraverso altre anime. Tu, Pisani, ti stai misurando con monologhi teatrali o sbaglio? Le tue brigantesse hanno preso vita….. Continua, è bello incontrare chi ha voglia di scrivere per il Teatro!
Una domanda banale ma non troppo: cosa è il teatro per Eva Immediato
Il Teatro per me è Verità prima di ogni cosa. Urgenza. Bellezza. Passione disarmante. Il Teatro è un dono