RUOTI PER DUE GIORNI DIVENTA CAPITALE DELL’ARCHEOLOGIA
RUOTI – Inizia stamattina nell’Istituto Comprensivo Carlucci di Ruoti, con le lezioni di Alastair Small, professor emeritus dell’Università di Alberta e dell’archeologo Francesco Tarlano, la due giorni dell’Archeologia Ruotese, dedicata alla riscoperta della villa Romana di San Giovanni di Ruoti, un sito archeologico di rilevanza internazionale, i cui scavi cominciarono 40 anni fa. L’iniziativa è organizzata dall’associazione culturale “Recupero Tradizioni Ruotesi” con la presenza nelle due giornate della maggior parte degli archeologi del team canadese dell’Università di Alberta, diretto da Small e Robert Buck che parteciparono allo scavo e che ebbero il merito di aprire un nuovo filone di ricerca sull’evoluzione della villa romana nella Tarda Antichità e sui modelli del popolamento rurale dall’età imperiale all’Alto Medioevo. La manifestazione nel pomeriggio proseguirà con una visita al Museo di Muro Lucano dove sono esposti i mosaici e diversi materiali provenienti dalla villa di Ruoti. Domani invece la presentazione del volume “La Villa Romana e Tardoantica di San Giovanni di Ruoti (Basilicata) – Una sintesi”, moderata da Felice Faraone, presidente dell’associazione “Recupero Tradizioni Ruotesi”, che ha creduto fortemente in questo progetto affinchè si possa riportare all’attenzione la straordinaria importanza del sito, rendendola un’area archeologica visitabile e fruibile da tutti. Infatti le prime pubblicazioni su questo importante sito archeologico erano state realizzate tutte in lingua inglese e da diverso tempo l’Associazione, sotto la guida del geologo Giovanni Imbrenda, aveva pensato di tradurre questi testi, realizzando una pubblicazione tutta in Italiano, con l’intento di rendere il più fruibile possibile la loro lettura. Quest’idea oggi si è finalmente potuta realizzare grazie al contributo finanziario della signora Luisa Troiano, cittadina ruotese, emigrata negli Stati Uniti negli anni ‘60, che ha voluto così sostenere la sua comunità d’origine. Fondamentale la collaborazione tra il giovane archeologo Francesco Tarlano, che con passione e professionalità ha tradotto e sintetizzato i volumi in italiano, e il professor Small che si è speso per la realizzazione del testo, dedicato alla memoria di due uomini che hanno avuto un ruolo importante nel progetto di scavo: l’archeologo Robert Buck e Gerardo Salinardi, consigliere provinciale negli anni ’50, ispettore onorario dell’aerea di Ruoti e grande appassionato di archeologia.