GENNARO CLAPS EDUCATORE, SAGGISTA E GIORNALISTA
La morte è una livella che non fa distinzione di ceto, di sesso, di potere, di denaro; ma talvolta è beffarda, anche con persone che non lo meritano. È scomparso Gennaro Claps, dopo un intervento chirurgico affrontato presso l’ospedale San Carlo di Potenza. È accaduto nella giornata di lunedì 31 ottobre. Gennaro, uomo gentile, era nato ad Avigliano nel 1928. Aveva quindi 88 anni. Aveva avuto una vita operosa, dedicata allo studio, ma anche alla elevazione politica, sociale e culturale del suo paese e della Basilicata. Era stato maestro elementare. E maestro, cioè educatore, volle rimanere per tutta la vita, anche da vecchio pensionato. Apparteneva a quella schiera di maestri, “intellettuali” di paese, e generalmente di bassa estrazione sociale, che, nel secondo dopoguerra, ebbero un ruolo importantissimo in tutti i borghi di Sud e, quindi, anche della Basilicata. Erano intellettuali «organici», ma non ai partiti, bensì al popolo, dal quale spesso provenivano. Gennaro Claps ha raccontato la sua vita nell’ultimo libro da lui scritto e pubblicato. La scuola la comunità la memoria. Il titolo dice tutti gli ambiti entro cui si mosse la sua attenzione. Dalla scuola passava facilmente alla comunità, che poi narrava attraverso la memoria. Come tutti i maestri di quegli anni difficili, successivi alla guerra e al fascismo, Gennaro Claps, infatti, capì che non si poteva essere bravi maestri ed educatori se non si usciva fuori della scuola, a svolgere la propria vita e missione tra le famiglie e la gente. Sapeva che intenso deve essere il rapporto tra scuola, famiglia e società. Qui c’entrava la politica e l’impegno politico. In quel secondo dopoguerra, di conseguenza, le battaglie politiche e sociali si fecero con molti maestri, molto spesso assurti a guida delle comunità, attraverso incarichi di sindaci e assessori. Si sceglieva soprattutto la Democrazia Cristiana, considerato il ruolo che la religione cattolica svolgeva in quegli anni anche a scuola. I programmi elementari del 1955, infatti, consideravano la religione cattolica “fondamento e coronamento” di tutta l’educazione. Il maestro, per ciò stesso, era obbligato all’insegnamento della religione cattolica e quasi ad essere cattolico. Amico e confidente di Vincenzo Verrastro, aviglianese, democristiano e cattolico anche lui, e amico di Colombo, guida e maestro di tutti, il 27 dicembre 1960 Gennaro Claps fu eletto sindaco del suo paese Ma, per i primi sei mesi, non lasciò la scuola. La lasciò solo quando fu anche segretario del Patronato Scolastico, adoperandosi per una assidua assistenza ai bambini bisognosi. “Accertai – scrive – le condizioni degli alunni disagiati, che erano tantissimi. Compresi l’importanza dell’assistenza scolastica per il loro sviluppo e per affrancarli dall’emar - ginazione, dalle continue bocciature e dagli abbandoni della scuola”. Da sindaco, peraltro, molto fece per la costruzione di nuove scuole, per l’incremento dell’ar - tigianato e per le poche industrie esistenti. Non meno importanti furono le opere di collegamento che realizzò fra le varie frazioni, caratteristica di Avigliano e del suo territorio. Tuttavia, nonostante gli impegni di lavoro e politici, Gennaro non trascurò l’attività di giornalista, di scrittore e ricercatore. Numerose sono le sue opere, tra le quali si ricordano Avigliano terra di confino (2005); La società di mutuo soccorso fra gli operai di Avigliano (2004); Fior di Avellana (2009)… Tre opere sono dedicate a Tommaso Claps (1871-1945), il maggiore scrittore lucano del secondo Ottocento, insieme con Giustino Fortunato. Sono: Tommaso Claps lo scrittore, lo storico, il magistrato del 1996, ripubblicato nel 1998; Un galantuomo nella cultura del Novecento (1998). Di Tommaso Claps pubblicò, con ricche note, A piè del Carmine, raccolta di novelle, e interessanti lettere. Si è detto della morte e del suo agire talvolta beffardo. L’ultima opera di Gennaro Claps, infatti, per pochi giorni uscirà postuma. Era l’opera cui molto teneva e di cui molto spesso parlava. Il volume è già in tipografia, col patrocino della Regione. È dedicata ad un aviglianese, che, nato povero, emigrato povero in America, dal quartiere East Harlem, fattosi docente, si riscattò, contribuendo ad elevare la comunità italo- americana, guardata con sospetto e diffidenza dalla società americana tutta, non meno che quella degli afro-americani e dei portoricani. Per questa sua opera si meritò una medaglia d’oro del Congress americano, consegnatagli direttamente da Robert Kennedy. Si chiamava Leonard Covello, essendogli stato corrotto, dall’anagrafe americana, il cognome Coviello. Gennaro Claps, suo grande ammiratore e scopritore, purtroppo, non potrà assistere all’uscita di un volume, cui tanto teneva.