DA RENZI SOLO BATTUTE ALLE NOSTRE DOMANDE E QUALCUNO HA PROVATO A USARCI PER UNO SPOT
POTENZA - Non ci stanno a essere strumentalizzati. Soprattutto dopo che, sabato mattina, per tenerli lontani da Renzi, sono stati finanche “confinati” nel Parco Baden Powell prima di riuscire a raggiungere piazza Don Bosco. Poi, dopo la protesta, un breve confronto con il premier che qualcuno, però, ha cercato di trasformare in uno spot per il Sì. E così, ieri, la delegazione studentesca ha voluto precisare qual è la propria posizione, che era e resta ferma sul No alla riforma costituzionale, ripercorrendo dunque la giornata di sabato quando «gli studenti lucani - scrivono nella nota - hanno manifestato davanti al Teatro Don Bosco contro una riforma costituzionale che afferma la supremazia del governo sui rappresentanti dei cittadini, snaturando le basi della Repubblica Italiana». «A margine della manifestazione - ripercorrono quanto accaduto -, una delegazione di studenti ha accettato di incontrare il presidente del Consiglio, perché gli era stato promesso di poter esporre direttamente a quest’ultimo le loro perplessità sulla riforma costituzionale ». Durante l’incontro, però, «gli studenti hanno fatto precise domande, ma il premier, piuttosto che rispondere - aggiungono nella nota -, ha preferito fare battute e dichiarazioni evasive». Nonostante questo, un organo di informazione on line, e il consigliere regionale Vito Santarsiero, postando foto sui social dell’incontro tra Renzi e gli studenti, «le hanno accompagnate con l’hashtag: #bastaunsi, facendo passare in questo modo - evidenziano - gli studenti, incredibilmente, come supporters della riforma costituzionale ». «Come possiamo accettare un comportamento così spregiudicato?» è dunque la loro domanda. «Noi studenti, che voteremo No alla riforma della Costituzione voluta dal governo Renzi - attaccano - sentiamo di essere stati raggirati e usati per uno spot elettorale del “comitato del SI”, e denunciamo senza mezzi termini sia la mancanza di rispetto da noi subita che la mistificazione politica operata» da alcuni media regionali. La richiesta degli studenti, ai protagonisti della vicenda, è dunque quella di ricevere delle «scuse pubbliche per quanto accaduto». «Vogliamo sperare poi che, in questa brutta storia, non c’entri niente lo staff del Presidente del Consiglio - concludono -, al quale chiediamo di chiarire un incidente che, certamente, getta un’ombra non lusinghiera sulla sua stessa persona e su tutta la campagna referendaria».