I GIOVANI LUCANI EMIGRANO ED I SINDACI FESTEGGIANO
Apprendiamo dai media che l’Anci lucana, organismo che riunisce gli enti comunali della regione, ha in mente di combattere lo spopolamento dei paesi riempiendoli di immigrati. L’idea dimostra, ancora una volta, la superficialità della nostra classe dirigente. Innanzitutto andrebbe spiegato che lo spopolamento dei nostri paesi è provocato proprio dagli amministratori lucani, che non sono in grado di avanzare proposte serie per lo sviluppo (a esempio, infrastrutture per l’agricoltura e il turismo, che mancano da sempre). Ma poi: si rendono conto i nostri sindaci che i giovani lucani sono diplomati, laureati, lavoratori, e che emigrano perché la politica non è in grado di garantirgli una vita dignitosa nel loro paese? E con chi dovremmo sostituirli, questi giovani che sono i migliori che abbiamo: con giovani analfabeti, per lo più sfaticati (ce ne sono, che lavorano, e fanno molta tenerezza, ma sono mosche bianche; la maggior parte preferisce vivere di assistenzialismo), spesso completamente a digiuno di educazione civica, che spesso non conoscono il rispetto delle donne e quasi mai le nostre tradizioni? Come la vogliono ridurre la Lucania, i nostri sindaci? Una terra povera, dove i giovani - per colpa dei politici incapaci - scappano, e vengono sostituiti dagli immigrati? Si rendono conto i nostri sindaci che per 53 immigrati che fanno finta di lavorare in qualche progetto di ”inclusione sociale”, ce ne sono 2147 (già lo 0,5% della popolazione) che campano sulle spalle della comunità senza fare niente? E come possono gli immigrati diventare ”risorse” per la Lucania, se il 90% di loro non ha alcun diritto di stare in Europa, e dovranno essere rimpatriati entro pochi mesi? La verità: i sindaci che hanno sottoscritto il documento dell’Anci sono amministratori che non hanno alcuna idea su come aiutare le loro comunità, su come aiutare i giovani a coltivare la nostra ricca terra, a operare nel turismo con il nostro patrimonio culturale. L’unica cosa che sanno fare, i nostri pessimi sindaci, è agguantare a due mani il ”business dei migranti” per far lavorare qualche cooperativa amica e per tenere aperta qualche classe scolastica che, con la loro incapacità, hanno portato a rischio di chiusura. I nostri sindaci devono pensare a ripopolare i paesi con i giovani Lucani, che possono votare e mandarli a casa, non con i nuovi schiavi, accolti solo per fare cassa e per nascondere (almeno fino alle prossime elezioni) il fallimento della nostra economia! Se non sono in grado, se ne vadano - loro a cercare un lavoro all’estero