LA DONNA CON IL COSTUME DI AVIGLIANO NEL PRESEPE DI ARTESE
Una donna con il costume tradizionale di Avigliano accoglie con un sorriso e lo sguardo pregno di speranza il Presidente del Consiglio Giuseppe Zanardelli in occasione della sua visita in Basilicata nel 1902. La scena, riprodotta nel presepe della Basilicata realizzato dal Maestro Francesco Artese nella Sala D'Ercole nel Palazzo del Quirinale per iniziativa dell'Agenzia di promozione turistica della Basilicata, costituisce uno spaccato importante della storia lucana e del suo patrimonio storico, culturale e paesaggistico. Il presepe è stato inaugurato il 12 dicembre e sarà visitabile fino al 5 gennaio 2019. L’opera presepiale contempla al suo interno 120 personaggi di terracotta ad opera del Maestro Vincenzo Velardita. Tutte le figure sono state rivestite da Nadia e Daniela Balestrieri, Maria Priore e Annangela Lovallo che ha curato gli abiti delle donne presenti nella scena che rievoca l’arrivo di Zanardelli in Basilicata. La “donna di Avigliano” riprodotta nel presepe indossa un costume di fine Ottocento ideato ed elaborato nei minimi dettagli da Annangela Lovallo, artigiana di Avigliano con alle spalle trent'anni di esperienza nella creazione di originali manufatti e ricami. In prossimità della sua bottega denominata “Il filo di Arianna”, l’artigiana o artista “le cui mani non stanno mai ferme” ha dato vita a un museo del costume aviglianese all’interno del quale è possibile vedere abiti d’epoca, ed entrare a diretto contatto con la storia di donne di differente estrazione sociale e culturale. La bottega e il museo nascono da una grande passione tramandatale dalla zia e dalla madre, e si trovano nel cuore della comunità gianturchiana: dopo l’arco della Piazza intitolata all’insigne giurista e musicista. “Il costume di Avigliano è uno dei più conosciuti della Basilicata per la varietà dei colori e della foggia – ha spiegato Annangela Lovallo - Il copricapo , il giacchino e il grembiule erano i pezzi che venivano decorati con nastri ricamati in oro o dipinti. Il copricapo doveva essere indossato sempre, il più delle volta anche in casa, ed era composto da due strati di tessuto di colore diverso che si sovrapponevano. All’interno veniva inserita una bacchetta di legno che serviva a far reggere il copricapo sulla testa. La parte interna era di colore bianco ed era ricamata o adornata da pizzi, la parte esterna, invece, era del colore scelto per il resto del costume. Sulla punta che si creava sul retro veniva appuntato un gioiello regalato dallo sposo. Il panno rosso che cingeva la vita, infine, si indossava il giorno del matrimonio e identificava la donna sposata.” Il mio contributo al presepe di Artese – ha continuato – giunge al termine di un anno particolarmente ricco di soddisfazioni. Ho partecipato, infatti, a Fucina Madre, l’Expo dell’artigianato che si è tenuta a Matera, alla Mostra Mercato di Bienno e alla Biennale europea itinerante I Design di Palermo.”