Il ventesimo secolo in bilico tra la società agricola e quella tecnologico-digitale. Questo il tema dell’ultima fatica, “Tra l’aratro e la radio”, del cantautore romano Max Gazzè, stasera in concerto ad Avigliano dalle ore 22 in piazza Aviglianesi nel mondo, a chiusura dei festeggiamenti in onore della Madonna del Carmine. In un percorso ideale in cui i pezzi in scaletta partono e si sviluppano dai concetti espressi nelle canzoni, piuttosto che dal loro impianto musicale, Gazzè riproporrà nella tappa lucana del suo tour 2008, contornato da una scenografia dal grande impatto iconografico, assieme ai suoi grandi classici, anche canzoni raramente ascoltate dal vivo, quali “Eclissi di periferia”, “L’origine del mondo” e “Del tutto personale”, oltre ad attingere, a piene mani, dal suo ultimo e osannato album. L’artista spazierà nel suo repertorio partendo da “Una musica può fare”, pezzo presentato nel ’99 alla sezione Giovani del Festival di Sanremo e che ha largamente contribuito ad allargare la sua popolarità, che aprirà il concerto, a “L’evo dopo il medio”, prima traccia del nuovo cd che racchiude la poetica dell’attuale Gazzè, in cui si parla, attraverso allitterazioni ed assonanze, di un nuovo diluvio universale in cui potremo trovare la salvezza da un progresso che ormai non ci rappresenta più come individui, da “Vento d’estate”, cantata con Niccolò Fabi e che vinse il disco per l’estate ’98, a “Il timido ubriaco”, brano con il quale partecipò al 50° Festival della canzone italiana, da “Il solito sesso”, assolo romantico che ha conquistato pubblico e critica all’ultimo festival nazional-popolare, che lo ha fatto considerare da alcuni, addirittura, l’ideale vincitore, a “Cara Valentina”, hit dell’estate ’97, da “L’uomo più furbo” a “La favola di Adamo ed Eva”, il cui successo gli valse l’invito a partecipare all’edizione 1998 del prestigioso Premio Tenco. Con uno stile altamente personale, fatto di contrasti armonici, di colore e tematici, rimbalzante tra rock e pop, spesso strizzante l’occhio all’accoppiata Panella-Battisti, ma con un’attenzione in più per tematiche sociali e spirituali e con virate nella poetica ermetica, Gazzè pare volerci trasmettere un’emergenza comunicativa, invitandoci a fare attenzione di fronte ai nuovi comportamenti e stili di vita, attraverso i quali rischiamo di perdere di vista le cose importanti del mondo e di noi stessi.