Contribuire allo sviluppo della vita sociale e culturale della cittadinanza locale, promuovendo ed attuando attività formative, di studi e ricerca scientifica. Con quest’intento è nato ad Avigliano, da poco più di un anno, il Centro Studi Politeia, che ben attualizzando il sostantivo greco utilizzato nella denominazione, che richiama al senso di appartenenza alla città e all’amministrazione della stessa, si pone come interlocutore critico e supporto tecnico-scientifico, come ponte tra le istituzioni e la gente comune. Grazie all’ausilio di esperti nei vari settori, molti dei quali soci del centro studi, Politeia intende approfondire, attraverso convegni e commissioni di studio da cui far germogliare proposte, «tematiche politiche, economiche, culturali, socioreliogiose ed educative d’interesse per la collettività locale, con l’intento di sostenere il territorio nel consolidamento dello sviluppo economico, in un’ottica regionale, nazionale ed europea». «Siamo nati – esordisce Gerardo Coviello, presidente dell’associazione – a seguito di una profondissima riflessione fatta sulla nostra comunità e sul dialogo istituzionale, in cui, pensiamo, ci sia un elemento mancante: il ruolo attivo della società. C’è, nella nostra comunità, una mancanza di intercettazione dei bisogni veri e reali dei cittadini e una grave sottovalutazione dello sfaldamento dell’unitarietà del territorio e del senso di appartenenza dell’hinterland, che stanno fortemente indebolendo la nostra comunità». La questione nodale, nucleo del dibattito del centro in questo momento, è l’urbanistica, tema più che mai caldo e cruciale nella cittadina al piè del Carmine dopo il blocco dell’edilizia per l’assenza del nuovo Regolamento. Il respiro del dibattito aperto da Politeia, tuttavia, è più ampio, poiché abbraccia nella proposta di una città lineare, che ha già trovato la condivisione dell’istituzione regionale, della Provincia e del sindaco di Potenza Santarsiero, non solo l’ampio territorio aviglianese, ma anche il capoluogo e numerosi comuni del Marmo Platano, del Basento, del Bradano e del Vulture. «Mettere in rete aree composite, - continua Coviello - sfruttare le zone Paip esistenti e non appieno utilizzate, potenziare le linee ferroviarie e ripensare a collegamenti viari migliori e veloci sulla scia di quelli esistenti (neanche dal punto di vista economico il costo sarebbe proibitivo, poiché si “viaggia” su cifre previsionali di circa 50 milioni di euro), attraverso una trasversale che metta dentro tutti i paesi individuati, aiuterebbe a valorizzare ogni comunità, portando lavoro per i tanti giovani lucani, nuove infrastrutture e servizi, ma anche turismo e nuova linfa culturale». Il progetto, già stilato a livello embrionale da esperti del centro studi e messo in immagini su un dvd, è stato consegnato ai sindaci e presidenti regionali e provinciali interessati, al fine di rendere ancor più concrete le proposte di cui le autorità dovranno verificare la fattibilità e, a fine giugno, le immagini saranno mostrate durante un convegno nel Castello di Lagopesole. Tuttavia, ci tengono a sottolineare i soci, i programmi di Politeia non si fermano all’urbanistica, avendo il centro un ampio spettro di questioni in programma, dal disagio giovanile, ai temi legati all’immigrazione straniera ed anche all’emigrazione dei giovani cervelli, alle donne, agli anziani, alle fasce deboli più esposte, alle prospettive culturali e di sviluppo. «Vogliamo allargarci – asseriscono i componenti del consiglio direttivo – e infonderemo i nostri sforzi per dare un serio contributo alla nostra comunità. Per dare sempre di più, però, abbiamo bisogno dell’apporto di tutti, di ogni singolo cittadino che ha voglia di impegnarsi per migliorare l’ambiente che lo circonda».