Clown, trampolieri, giocolieri, fachiri, burattinai, funamboli provenienti da tutto il mondo, si esibiranno a cappello e terranno laboratori aperti di arte di strada e animazione oggi e domani ad Avigliano nell’ambito dell’anteprima dell’Officina Clown Festival. La manifestazione, giunta quest’anno alla IV edizione, aderisce all’iniziativa “La risata patrimonio dell’umanità”, in collaborazione con associazioni e festival di teatro di strada nazionali ed internazionali, con la quale si richiede all’Unesco che la risata sia dichiarata patrimonio dell'umanità e pertanto non solo incoraggiata e promossa, ma anche protetta, affinché i governi si impegnino a creare le condizioni di vita che la rendano possibile a tutti i bambini e popoli del mondo. Gli spettacoli partiranno stasera alle 20,30 in via Petruccelli con “Il circo di mangiafuoco”, cui seguiranno lo spettacolo di pupazzi in gommapiuma “Stasera Muppet” di Tina Latorre, Rosario Cuzzocrea e Patrizia Dore e la straordinaria performance del cileno Francisco Obregon, che attraverso la minuziosa ricostruzione dei movimenti del corpo e della bocca riesce a rendere vivo l’inanimato. Vera protagonista dello show, infatti, è l’accattivante e irriverente Sophia, diva di gommapiuma, che con il suo essere egocentrica e provocante crea non pochi problemi alla surreale coppia, coinvolgendo il pubblico attraverso l’improvvisazione in uno spettacolo sempre unico e dinamico col suo umorismo pungente e il suo comportamento irriverente, che affascina i bambini, conquista gli uomini e provoca le donne.Il Festival nasce come cassa di risonanza delle numerose iniziative che, nel corso di tutto l’anno, i volontari dell’Officina del circo, i social clown, svolgono nel sociale, per portare negli ospedali, nelle case di riposo, nei luoghi in cui la sofferenza rischia di far sparire la risata e la sua carica socializzante e terapeutica, un sorriso. «Sono molto felice – dichiara Marianna L’Amico, presidente dei Social clown ed anima e cuore dell’associazione – di come il festival sia riuscito a radicarsi nel territorio, tra il pubblico che, dopo le iniziali diffidenze, ha sposato la causa del sorriso e si è avvicinato all’arte di strada, ma anche tra gli artisti, che, nonostante il nostro sia un piccolo festival, ancora agli inizi e con pochi fondi, accettano con entusiasmo di donare la loro arte». «Spero- continua – che la manifestazione, cui seguirà in autunno il festival vero e proprio, serva ad avvicinare sempre più giovani al volontariato clown. Abbiamo tanti progetti e bisogno dell’aiuto di tutti. Vogliamo mantenere alto il livello, fare formazione e radicare la figura del clown sociale, per portare nella collettività, con “l’allenamento al buonumore”, i valori del sorriso e del pensiero positivo». Perché il clown non parte dal naso ma dal cuore, come amava sostenere Carlo Colombaioni, uno dei più grandi pagliacci del mondo, punta di diamante della scorsa edizione dell’Officina clown Festival, scomparso tre mesi fa all’età di 83 anni, cui è interamente dedicata quest’edizione.