Dopo 40 anni e decine di generazioni formatesi tra i banchi della ragioneria, ora istituto tecnico commerciale, Avigliano rischia di non avere più un istituto di istruzione superiore. L’autorità competente, infatti, ha fatto sapere che per l’anno scolastico che ha inizio oggi sarà soppressa la prima classe della sede associata del Nitti di Avigliano, nonostante gli iscritti siano sufficienti alla formazione di una classe. Il “comitato cittadino per il diritto all’istruzione per tutti”, costituitosi, appena diffusa la notizia, sabato scorso presso il comune della cittadina, ha promosso una raccolta firme e chiede l’immediata riattivazione del corso della classe soppressa. «La 1 G formata a Potenza – afferma Antonietta Lucia, Presidente del Consiglio di Istituto – è un vero e proprio ghetto di aviglianesi, 18 su 20. E’ inspiegabile questa decisone, che, inoltre, penalizza fortemente 2 ragazzi diversamente abili, i quali, non potendo viaggiare da soli, rischierebbero di dover abbandonare la scuola». La decisione di cancellare la prima viene da lontano, da quando l’organico di diritto, fatto in base alle prescrizioni, non consentiva la formazione della classe; a luglio l’organico di fatto, tuttavia, ha stravolto le cose, ma le autorità scolastiche non vogliono tornare sui loro passi. «Abbiamo trovato nell’incontro di oggi al provveditorato – ha affermato l’assessore provinciale Vito Summa – una chiusura totale». «Questa decisione – affermano in una nota Alleanza Nazionale e Forza Italia – palesa che esiste a monte una volontà di sopprimere la scuola. A cosa serve allora l´investimento della Provincia che nel 2008 ha dato corso all´appalto dei lavori di riqualificazione della sede dell´istituto con una spesa prevista di € 1.250.000, se tra qualche anno la scuola chiuderà completamente?» Intanto il comitato, gli amministratori e i cittadini sono più che mai decisi ad andare sino in fondo e minacciano forme di protesta eclatanti, che si delineeranno stasera in un incontro nel quale si deciderà quale linea seguire. Stamane, comunque, i 18 alunni non si presenteranno in classe nel capoluogo, ma andranno davanti la storica sede aviglianese, per ribadire con forza la loro volontà a restare a studiare nella cittadina, soprattutto per garantire ai giovani diversamente abili e alle famiglie più disagiate la possibilità di assolvere ai propri doveri di obbligo scolastico e far valere il proprio diritto allo studio e all’istruzione.