Dopo più di due settimane di protesta, ieri mattina, per la prima volta, tutte le istituzioni interessate alla soppressione della prima classe della sede aviglianese dell’Itc Nitti, si sono sedute attorno ad un tavolo per trovare una possibile soluzione alla contestata decisione delle autorità scolastiche. Il sindaco della cittadina Tripaldi, l’assessore provinciale Summa, il preside dell’istituto superiore Di Lucchio, un funzionario dell’ufficio scolastico provinciale, Marino, e la dirigente del csa D’Atena, si sono incontrati presso gli uffici del prefetto Riccio, che, considerando l’entità e il protrarsi della protesta, ha invitato tutti a trovare una soluzione in tempi brevi. Il dirigente scolastico, che ha assunto l’impegno ad esperire una serie di tentativi per chiudere la questione entro il fine settimana, ha convocato per stamane tutti i docenti, sia quelli della scuola diurna che del serale, per tentare di raccogliere le adesioni degli insegnanti a degli spostamenti a nomine già fatte (ottenute, in realtà, già in via ufficiosa dai genitori degli alunni) e reincastrare i tasselli. Una nutrita delegazione di aviglianesi, giunti nel capoluogo grazie ad un potenziamento dei collegamenti ferroviari chiesto dal «Comitato cittadino per il diritto all’istruzione per tutti», ha atteso in piazza Prefettura notizie sull’esito dell’incontro, per rimarcare come la comunità tutta è coinvolta nella vicenda e non intende gettare la spugna. Dopo le altalenanti notizie che si sono succedute ed hanno tenuto con il fiato sospeso tutta la collettività, anche per la presenza nella classe di due giovani disabili, il cui spostamento nella sede potentina dell’istituto sarebbe risultato alquanto problematico e avrebbe comportato il rischio di non poter far loro assolvere l’obbligo scolastico, la riunione di ieri ha lanciato segnali di apertura, accolti con un cauto ottimismo. I ragazzi, finché non otterranno delle risposte chiare e definitive, tuttavia, continueranno a non presentarsi in classe a Potenza, ma nell'aula della ragioneria di Avigliano, nonostante siano senza professori e non possano fare lezione, appoggiati dai loro genitori, dagli amministratori e da tutti i cittadini. La decisione della soppressione, considerata immotivata e inspiegabile, infatti, «mette a repentaglio il diritto all’istruzione degli aviglianesi», che questa volta non intendono farsi strappare quest’ennesima antica istituzione, che considerano proprio patrimonio collettivo. «Il tempo non farà scemare la protesta - affermano - e se entro sabato ci sarà ancora un nulla di fatto, impugneremo le nomine e andremo per via legale».