«La carta sarà caricata entro due giorni lavorativi dalla consegna». Sui moduli del Ministero dell’economia per la richiesta della tanto discussa social card, i tempi di accredito erano ben chiari. Eppure, nonostante la procedura corretta, la richiesta inoltrata, i requisiti rispettati, il bancomat sociale istituito dal Governo contro la crisi, corredato del Pin spedito a mezzo posta a casa dei beneficiari, nel fatidico momento dell’utilizzo in un negozio convenzionato o alle poste, fa apparire sul pos “disponibilità insufficiente”. Risultato: saldare il conto in contanti oppure lasciare i prodotti alla cassa o rinviare il pagamento delle bollette, tra la vergogna e l'umiliazione. E’ quello che sta accadendo a migliaia di cittadini in tutta Italia, in Basilicata ed anche ad Avigliano. Da quanto si vocifera nella cittadina, una percentuale molto alta di possessori dell’anonimo bancomat azzurro (c’è chi parla di un 40% in linea col dato nazionale, chi addirittura di una percentuale molto più elevata) aspetta da ben due mesi il fatidico accredito. Dare i numeri per questioni così delicate, in cui è in ballo il pudore individuale e forte il vincolo per la privacy non risulta agevole, ma è certo che sono in tanti coloro che si sono sentiti presi in giro. «Sono due mesi – ci confessa una pensionata di 86 anni – che mi faccio accompagnare dai miei figli periodicamente all’Ufficio Postale per verificare se i 120€ di ottobre, novembre e dicembre siano stati finalmente accreditati ed ogni volta mi sento rispondere che la mia tessera è ancora vuota». Con una pensione di 580 €, senza neppure la casa di proprietà né tantomeno beni mobiliari, l’anziana ci dice di sentirsi mortificata. «40 € al mese, poco più di 1 € al giorno sono sicuramente pochi, ma mi farebbero comodo almeno per pagare le bollette». Anche il Caaf della Cgil locale conferma di aver avuto delle segnalazioni e che nei prossimi giorni un referente si recherà presso l’Inps per valutare le varie posizioni. Nel frattempo, nella vita quotidiana di anziani e famiglie, la carta è diventata causa di un´odissea tra uffici postali, Inps e chiamate a numeri verdi che non riescono a dare risposte, nonostante, a carta consegnata e a pin ricevuto, a rigor di logica, le verifiche avrebbero dovuto essere terminate e il beneficio acquisito. Il Ministero dell’Economia, in seguito alle denuncie a livello nazionale, aveva risposto di conoscere il problema, ma di avere ricevuto troppe, inattese richieste. Ma se su 1 milione e 300 mila aventi diritto sono state 520 mila le richieste inoltrate, delle quali soltanto 330 mila si sono concluse con l'attivazione della carta acquisti, perché questa risposta, si chiedono sconsolati gli pseudo beneficiari? I danni, anche solo a livello di dignità personale, per molti cittadini ci sono stati e continuano ad esserci, senza che nessuno riesca a dare delle risposte e le associazioni dei consumatori, cui coloro che hanno la social card ancora in stand by possono rivolgersi, si sono mobilitate con esposti all’Antitrust, per accertare l’eventualità che l’episodio possa essere integrato alla fattispecie di pubblicità ingannevole, ed anche al Tribunale dei Ministri per valutare l’accaduto addirittura come truffa. Intanto gli aviglianesi meno abbienti, come molti altri italiani, custodiscono da ben due mesi nel loro portafogli un inutilizzabile bancomat e le sue promesse.