Non accenna a diminuire l’attenzione su Avigliano in merito alla circolazione nella cittadina di sostanze stupefacenti e, nonostante gli aviglianesi rifiutino con forza un binomio che nell’intera provincia pare ormai inscindibile, le forze dell’ordine continuano ad effettuare arresti per detenzione di droga ai fini di spaccio. Dopo la mobilitazione che si ebbe nel 2005 quando «l'isola felice» si risvegliò improvvisamente scoprendo una realtà che pensava non appartenerle e cercò con una serie di iniziative di riprendere in mano una situazione che le era sfuggita, pareva che il successivo calo di attenzione camminasse di pari passo con un fenomeno che aveva ingranato, grazie ad un presidio costante del territorio e ad un grande impegno dell’in - tera comunità e delle famiglie, la retromarcia. La conferma di questo sembrava si leggesse nelle stesse risposte che alcuni tossicodipendenti in cura presso il Sert ci avevano fornito, dichiarando che nella città al piè del Carmine circolasse, da due anni a questa parte, addirittura il 95% in meno di eroina. Eppure gli inquirenti sono convinti che le cose non stanno esattamente così. Il cosiddetto «fenomeno Avigliano» è tornato da una decina di giorni, anche grazie ad un’inchiesta della gazzetta, al centro del dibattito e, seppure i concittadini di Gianturco lo incasellano in una tardiva, ma galoppante, omologazione alla situazione nazionale, nessuno afferma di volerlo sottovalutare e l’intera comunità si dice convinta dell’impor tanza di tenere vivo il dibattito, per far capire ai giovani il pericolo che corrono nel far uso di droghe, ma anche per aiutare coloro che, come ha detto il parroco, don Salvatore Dattero, «sono caduti nella rete» e «coadiuvare i genitori nel prendere coscienza e trovare la forza di reagire per salvare i propri figli». Il sert seppur non è in grado di fotografare la situazione nell’immediato, non essendoci automatismo tra utenti e tossicodipendenti, ma soprattutto in considerazione del fatto che dal primo approccio alla droga al primo ingresso presso la struttura la media è di 4 anni, ci comunica come nel 2006 i nuovi utenti a livello provinciale siano stati 82 su una media annuale di 40, di cui 11 aviglianesi (nel 2005 era stato solo 1). «Ci chiedemmo i motivi di tale boom - afferma la responsabile del servizio per il recupero delle tossicodipendenze - e capimmo che la variabile, anche sulla base di un’attenzione al fenomeno sulla cresta dell’onda dei media e dell’opinione pubblica, era familiare». Il dibattito nella cittadina rimane fremente, ma lo sforzo per trovare “vie d’usci - ta” è unanime e non conosce neppure colore politico. «Includere a livello personale, istituzionale, partitico, associativo e dialogare con chi vive questo disagio quotidianamente» è il messaggio che vuole lanciare il coordinatore del Partito Democratico cittadino, Nicola Pace, cui fa eco il Presidente del circolo Nuova Italia, Renato Zaccagnino, che rimarca come «stare vicino a questi ragazzi che non sono delinquenti, ma veri e propri ammalati, spiegare loro quanto sia semplice superare il limite e mettersi su un punto di non ritorno, sia l’unico modo per cercare di recuperarli e il dialogo e l’ascolto siano essenziali per evitare nuovi ingressi». L’am - ministrazione comunale, dal canto suo, sta mettendo in atto numerose iniziative di informazione e prevenzione, ma anche di inclusione sociale e lavorativa a sostegno dei ragazzi. «Anche se la situazione non fosse allarmante oggi - dice don Dattero - potrebbe già esserlo domani», e, come dichiara il sindaco Tripaldi «il lavoro della società civile, delle associazioni e delle istituzioni deve essere costante e non può mai considerarsi concluso».