Una situazione critica quella del randagismo ad Avigliano. A denunciarlo le volontarie che per anni si sono impegnate per aiutare e curare i cani randagi in difficoltà. «Inizialmente – affermano – facevamo collette e portavamo a sterilizzare le cagne a pagamento, poi, dopo l’ordinan - za del Comune le caricavamo sulle nostre autovetture e le portavamo al canile di Baragiano, con il quale è in atto una convenzione, per sterilizzarle e dopo qualche giorno di cure le reimmettevamo sul territorio». Così, raccontano le tre giovani volontarie, sono stati decine i cani non aggressivi sterilizzati. «Nel centro cittadino – continua - no - nel mese di gennaio, erano rimaste 5 cagne da sterilizzare, cagne che non si facevano avvicinare, ragion per cui abbiamo chiesto la collaborazione del Comune, che, nonostante non facessimo parte di un’associazione, ci aveva sempre prese come punti di riferimento, dando i nostri nominativi anche a chi chiedeva loro aiuto per problemi di randagi e cucciolate. Noi, invece, non abbiamo trovato nessuna cooperazione ed abbiamo assistito solo ad un rimpallo di responsabilità tra l’amministrazione e il canile convenzionato su chi fosse deputato ad accalappiare i cani, così che in questi dieci mesi le cucciolate sono aumentate a dismisura». Il canile di Baragiano ospita già un numero di cani aviglianesi superiore ai posti riservati, ma anche l’apertura del canile nella cittadina, che dovrebbe avvenire nei prossimi mesi, difficilmente potrà risolvere il problema. Le nuove regole per il controllo del randagismo canino emanate con un’or - dinanza ministeriale nel 2008 obbligano i proprietari o detentori di cani, ma anche i sindaci per i cani catturati sul territorio e ricoverati presso canili pubblici o convenzionati, a iscrivere i cani all’ana - grafe canina ed applicare un microchip quale sistema unico di identificazione. «Si è visto – di - cono le volontarie – che quando si sono diffuse voci dell’imminente apertura del canile i casi di abbandono si sono quintuplicati. Se i cani fossero microchippati, inchiodando i proprietari alle loro responsabilità, e tutti sapessero che la sterilizzazione anche dei cani di proprietà viene fatta gratuitamente dai veterinari dell’Asp, che con una struttura mobile adibita ad ambulatorio veterinario organizzano giornate nei vari territori, sicuramente ci sarebbero meno abbandoni. Purtroppo, per educare i proprietari sono essenziali le sanzioni e i controlli». Anche il problema della reimmissione dei cani non aggressivi sterilizzati nel territorio potrebbe essere superata attraverso un’appo - sita ordinanza cercando anche la collaborazione di associazioni e cittadini. «La gente – concludono le tre cinofile –tollererebbe bene la convivenza con cani tranquilli, vaccinati, controllati. Ma i volontari non possono fare tutto da soli e a loro spese».