Cerca un’infiltrazione d’acqua e si trova faccia a faccia con uno scheletro umano, aprendo «in modo assolutamente involontario e casuale», com’egli stesso dice, uno squarcio di verità su uno dei misteri italiani più discussi e controversi, su una delle pagine più nere della cronaca lucana. Il lattoniere rumeno Corneliu Todirca ha raccontato alla Gazzetta le fasi concitate del macabro ritrovamento del corpo di Elisa nel solaio della chiesa della Santissima Trinità proprio dove fu vista l’ultima volta prima di essere inghiottita dal nulla la sedicenne potentina, l’unico posto, come hanno ammesso gli stessi inquirenti, dove non è stata mai cercata.Ci racconta le circostanze del ritrovamento?Erano circa le 9,45 e con altri due operai sono salito attraverso una scala posta a sinistra dell’altare sul terrazzo dal quale si accede al solaio nel quale dovevamo individuare delle perdite d’acqua per poter riparare il tetto. Avevamo fatto un primo sopralluogo già la settimana scorsa ma non ci eravamo addentrati nel sottotetto. Dopo aver poggiato gli attrezzi nel terrazzo mi sono accostato alla porta di accesso del solaio e l’ho smontata.Quindi la porta era chiusa?No, era aperta. Era una porta di legno vecchia, marcia. Sarei potuto entrare tranquillamente, ma l’ho smontata per poter accedere anche dal canale di gronda fondato.Cosa ha visto appena è entrato?Il locale era molto grande ma completamente buio. Ho iniziato a farmi luce con il cellulare per cercare sul pavimento macchie delle infiltrazioni e dopo un po’ mi sono trovato di fronte uno scheletro.Dov’era e come era posizionato?Era straiato per terra alla destra della porta d’ingresso.Cos’altro ha notato?Non ricordo molto oltre lo scheletro. E’ stata una questione di attimi. Mi sono spaventato moltissimo e sono scappato fuori.Ma ha visto se c’erano oggetti dietro i quali si era cercato di occultarlo?Non c’era nulla solo il cadavere.Dopo essere uscito cosa ha fatto?Ho detto ai due colleghi che erano fuori che lì dentro c’era uno scheletro. Inizialmente hanno pensato che li stessi prendendo in giro. Poi, visto il mio stato di agitazione, sono entrati anche loro uscendone immediatamente terrorizzati. Io nel frattempo ho chiamato Antonio Lacerenza, il titolare della ditta per la quale dovevamo eseguire l’intervento di riparazione, e poi siamo scesi tutti e tre in chiesa ad avvisare il parroco. Dopo pochi minuti sono arrivate le forze dell’ordine ma non so chi le abbia chiamate.Conosceva la storia di Elisa Claps e della sua scomparsa?No, ieri è stata la prima volta che ne ho sentito parlare.