ialettica politica del pugno di ferro quella del centrosinistra aviglianese. Se nel pre-campagna elettorale, infatti, si era aperta un’inter minabile diatriba sul nome del candidato sindaco del centrosinistra, risolta sul tavolo regionale all’ultimo minuto, a elezioni vinte sono riaffiorate le tensioni e la dialettica è tornata aspra e serrata appena si è cominciato a ragionare sulla nomina degli assessori. Questa volta, tuttavia, la contrapposizione si è consumata tutta nel Pd, che pur tuttavia già in passato aveva lanciato segnali di interne agitazioni. Nonostante i numerosi incontri tra il sindaco e la delegazione trattante composta da rappresentanti delle diverse anime del Pd, non si è riusciti a trovare la quadratura del cerchio, andando ben oltre anche il limite temporale imposto dall’inizio (16,30) del primo consiglio comunale, partito con un’ora di ritardo, così da offrire gioco facile al fuoco di fila dell’opposizione, che non ha mancato di sottolineare a più riprese come la maggioranza «continui a non parlare del cosa fare per Avigliano, ma a concentrarsi ancora e sempre sul chi». Il consiglio comunale inizia ma mancano all’appello tre consiglieri di maggioranza, Anna D’Andrea, Donato Sabia e Antonio Mecca, facenti parte del gruppo vicino all’ex consigliere provinciale Angelo Vito Sabia, ai quali rumors e indiscrezioni avevano attribuito la richiesta, portata avanti sino al primo pomeriggio, di entrambi gli assessori spettanti al Pd, al suon di «o tutto o niente» (anche se pare che dopo il gong finale di questa partita di pugilato politico fosse stata accettata la proposta di un assessore, trovando, a gioco chiuso, l’irrigidimento degli altri «contendenti»). L’assenza fa scalpore tra i presenti e tra gli oltre 500 contatti che, anche dall’America, seguono in diretta il consiglio attraverso il web, come si legge dai commenti lasciati sul sito aviglianonline; si procede al giuramento del sindaco e all’uf ficializzazione degli assessori, durante la quale l’assenza pare chiarirsi: si scopre, infatti, che nella giunta, alla fine, non è entrato nessuno del gruppo che il consigliere di minoranza di Unità Popolare Vito Fernando Rosa, nel corso del suo intervento, epiteta, avendo colto l’imba - razzo della maggioranza per la situazione, come «la lega nord di Sant’Angelo». Dopo circa un’ora entrano nella gremita sala consiliare proprio D’Andrea, Sabia e Mecca, accompagnati da un nutrito gruppo di amici e sostenitori, e il capogrup po del Pdl Domenico Salvatore li attacca definendo il loro atteggiamento di «sciatteria istituzionale». Durante le dichiarazioni sulle linee programmatiche Anna D’Andrea smussa i toni ed afferma che il «gruppo appartiene al Pd ed esprime piena fiducia al sindaco Summa». Pace fatta? Interventi sovracomunali? Nuovi accordi, non formalizzati, che riporteranno la corrente nel consiglio? Per delineare meglio i contorni del piccolo «giallo» bisognerà attendere i prossimi giorni.