Tra racconti divergenti, continua la polemica, tutta interna al Pd, nata attorno alla nomina dei nuovi assessori comunali (edizione di ieri della Gazzetta). I tre consiglieri di maggioranza Anna D’Andrea, Donato Sabia e Antonio Mecca, che si erano presentati al 1° consiglio in ritardo, dopo aver liquidato, nell’immediatezza dei fatti, i giornalisti che chiedevano delucidazioni con non meglio specificati problemi all’autovettura, a freddo, attraverso un membro del loro gruppo, raccontano la loro versione della vicenda. «Su tre assessori che sarebbero dovuti spettare al Pd – dicono – noi ne avevamo chiesti 2, anche in considerazione del numero di voti ottenuto, 900 su 2.000, arrivando poi, visto il rifiuto, a proporre 1 assessore per 5 anni più 1 per 2 anni e mezzo, attraverso una staffetta. Non siamo riusciti a trovare l’accordo arrivando così a sabato pomeriggio quando, alle 16,05, con una chiamata il sindaco ci ha informati che gli assessori del Pd sarebbero stati solo 2, poiché un posto andava al Pdci. Nonostante non volessimo assolutamente un rafforzamento dei comunisti, abbiamo preso atto della decisione ed accettato l’offerta di 1 assessore, chiedendo 5 minuti di tempo per dare il nome del prescelto. Dopo una breve consultazione, seguendo anche le indicazione del coordinamento, decidiamo per l’unica donna eletta. Poiché il sindaco non ci richiama, cerchiamo noi, invano, di contattarlo. Solo dopo tre quarti d’ora ci risponde dicendoci che ormai siamo fuori dalla giunta. Eravamo tutti riuniti nello studio della D’Andrea e da lì siamo subito partiti per raggiungere il consiglio. Ci sentiamo, come già detto pubblicamente, parte del Pd, ma prenderemo decisioni consequenziali al comportamento del sindaco, che ha perso per noi credibilità». Se la versione dei dirigenti di altre correnti del Pd presenti alle trattative continua a sostenere, di contro, l’ir rigidimento del gruppo e la conseguente estromissione dalla giunta, il sindaco, rifuggendo le polemiche, dichiara di essere già al lavoro anche per risanare dissidi e malumori. «E’ partita una nuova stagione politica per Avigliano e la dialettica, a tratti anche aspra, sia nella maggioranza che con l’opposizione, deve servire solo a trovare le soluzioni migliori per il bene del nostro comune». Nella medesima direzione va la lettera che il neoconsigliere regionale del Pdl Gianni Rosa ha consegnato a Summa, offrendogli la sua «personale disponibilità a collaborare, nel rispetto dei ruoli, affinché Avigliano possa invertire rotta e ritornare ad avere l’importanza e la visibilità regionale che merita e quell’antico prestigio che rischia sempre più di sciupare per sempre, ancora nell’interesse del Bene Collettivo che è ben più im portante della mia e della sua carriera politica personale».