Sono ormai 12 anni che siedono dietro le scrivanie del Comune di Avigliano con mansioni di responsabilità tecnica ed amministrativa. I cittadini li scambiano per normali impiegati, abituati a vederli lì da tempo, e ignorano la precarietà della loro posizione economica e giuridica, con uno stipendio che raggiunge i 500 euro al mese e l'assenza di contributi previdenziali ed assistenziali. Sono 12 anni che aspettano, in silenzio, ricevendo «vuote promesse di una stabilizzazione che non arriva mai», nonostante in altre realtà si siano svolte da tempo le assunzioni in ruolo. Ora i 6 lavoratori precari, tutti diplomati e laureati, «assunti» dalla Comunità Montana rispon dendo ad un Bando pubblico per titoli, prodotto dall'Ufficio per l'Impiego di Potenza, e in forza al comune della cittadina gianturchiana da oltre un decennio, si sono stancati di aspettare e dopo essersi costituiti in «Comitato lavoratori precari» hanno aperto una vertenza, appoggiati da Alternativa sindacale, che ha dato loro un appoggio cui fa da contraltare «il silenzio assordante delle grandi confederazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil». Stamane affronteranno il loro primo sciopero, in forma di sit-in davanti la casa comunale, in concomitanza col Consiglio, durante il quale si discuterà, tra le altre cose, anche del destino di altri precari, quelli della sede Apof-il di Avigliano e del destino della struttura cittadina di formazione provinciale.