«Ora più che mai dobbiamo viaggiare sui binari della legalità, rispettando tutti gli iter burocratici previsti dalla legge». Ad affermarlo il sindaco di Avigliano Vito Summa in merito alle polemiche ed alla confusione scatenata nella cittadina gianturchiana in seguito all'annullamento di alcuni degli eventi previsti nel cartellone estivo. E' diventato un vero e proprio caso quello delle manifestazioni programmate che saltano. Che pone numerosi interrogativi. Dopo Accussì stess, l'evento organizzato dall'omonima associazione giovanile che sino a qualche ora prima dell'inizio è rimasto appeso sul filo dell'autorizzazione funambola (chiesta, non concessa, non richiesta nei termini, «boicottata», in un rimpallo di accuse reciproche), a cadere sotto la scure è ora Cantine aperte, evento gestito dalle associazioni 5 sensi e Arci, che da qualche anno si affiancava alla sagra del baccalà, permettendo ai visitatori di scoprire prodotti tipici della tradizione culinaria locale e scorci caratteristici della cittadina. «C'è stato un difetto di comunicazioni tra i responsabili comunali, l'assessore Emilio Colangelo e i cinque sensi relativamente ai requisiti da avere per fare cantine aperte» afferma Francesco Giordano. Faglie comunicative negate con forza dal primo cittadino. «La gente - afferma - non rispetta le regole e chiede che il comune gli faccia da scudo. Il comune non ha la titolarità di fare controlli e ognuno, a suo rischio e pericolo, può fare ciò che vuole». Il riferimento è alla Dia sanitaria per la somministrazione degli alimenti, la cui autorizzazione deve essere chiesta all'Ufficio igiene dell'Azienda sanitaria. I controlli sono poi appannaggio dei Nas e degli ispettori dell'Asp. «La crisi morde - spiega Summa - e gli operatori economici, che prima erano più "permissivi", ora tollerano meno e fanno partire segnalazioni. Una proprio su "5 sensi" del 16 agosto è stata indirizzata non solo a me, ma alla procura della repubblica, all'ispettorato del lavoro, all'Ufficio igiene. Erano sotto l'occhio del ciclone. Noi per agevolarli abbiamo anche chiesto al direttore dell'azienda sanitaria un ampliamento dell'autorizzazione originaria, loro però si sono tirati indietro». «Non abbiamo voluto - ha asserito Giordano -, dopo aver perso giornate preziose per l'organizzazione, arrabattare l'evento all'ultimo momento». Eppure la sensazione che esistano figli e figliastri tra le associazioni e atteggiamenti difformi per il centro e le frazioni aleggia tra i "colpiti". E si scatena la "guerra".