«In tutta Italia si parla di circa 400.000 famiglie di esodati da
salvaguardare ma si è arrivati anche a parlare di una platea che arriva a
oltre un milione. Nell'immediato i provvedimenti attuali dovrebbero salvarne
120.000 (65.000 + 55.000). Considerando buono buono il dato dei 400.000
mila, fonte sindacale, gli altri 280.000 che fine fanno? Occorre dire che
altri potrebbero salvarsi approvando in parlamento speditamente la proposta
di legge cosiddetta Damiano, la n. 5103 approvata in commissione lavoro
della camera da tutte le forze parlamentari. Tuttavia il partito della
libertà si è opposto alla calendarizzazione per l'approvazione del progetto
di legge unitario (che salverebbe più dell'80% degli interessati), pur
avendolo appoggiato in commissione». Sono gli interrogativi, i dubbi e le
amarezze sollevate da Angelo Pace, che vanno a braccetto con quelli della
sua collega Franca Carichino, che ha inviato una mail al deputato del Pdl
Giuliano Cazzola, vicepresidente della Commissione Lavoro della Camera, che
aveva lanciato una proposta per uscire dall'impasse: considerato che esiste
una norma, non ancora abrogata, che consente alle lavoratrici di andare in
pensione con 57 anni di età, più le finestre mobili, e 35 anni di
versamenti, «alla condizione di sottoporre il proprio trattamento
pensionistico al calcolo interamente contributivo anche per la quota
antecedente il 1° gennaio 1996». Con opportuni aggiustamenti, il deputato
aveva proposto l'estensione, su base volontaria, anche a tutti gli esodati.
«Gentile Onorevole - scrive - faccio parte di quella schiera di oltre
270.000 non salvaguardati dagli effetti della riforma previdenziale
Monti-Fornero. Sono una donna di 59 anni attualmente in mobilità e poi avrei
avuto 1 solo mese di contribuzione volontaria per maturare il requisito di
40 anni di contribuzione, nel 2009 anno in cui sono uscita in mobilità con
accordo ministeriale, era il massimo contributivo. La mia previsione era di
andare in pensione nel 2013. Questa la mia unica colpa! Diritto che questa
iniqua riforma mi ha spostato di numerosi anni durante i quali resterò senza
alcun reddito e senza la pensione». «Questa ingiusta riforma - continua - ci
penalizza e ci danneggia in quanto ci viene pignorata la pensione e vengono
resi vani i nostri versamenti all'Inps compromettendo gravemente il futuro e
la sopravvivenza delle nostre famiglie. A questo grave danno la Commissione
Lavoro della Camera ha cercato di porre rimedio con la Proposta di Legge
5103 (approvata da tutti i partiti) che rappresenterebbe un' ancora di
salvezza per gran parte di noi. Oggi abbiamo appreso che il Pdl si sarebbe
rifiutato di calendarizzare l'esame della PdL 5103 alla Camera. Riteniamo
tale circostanza gravissima, incomprensibile ed inaccettabile. Infatti non
comprendiamo le motivazioni che hanno portato il vostro partito a prendere
tale allarmante decisione nonostante il voto favorevole in Commissione
Lavoro e nonostante sia chiaro l'intendimento di questa proposta di salvare
il futuro di oltre 270.000 famiglie». «La preghiamo pertanto - conclude - di
voler intervenire sui suoi capigruppo e sui dirigenti del partito affinché
si receda da questa decisione foriera di una posizione negativa del suo
partito su tale provvedimento. Ci auguriamo che il Popolo delle Libertà,
coerentemente con le numerose dichiarazioni dei suoi principali esponenti
sulla soluzione del problema dei così detti "esodati", sostenga ed approvi
la proposta di legge 5103, nostra unica speranza».