Il ritrovamente, durante una passeggiata a Bosco Grande nel comune di Ruoti a poche decine di metri dal confine con Picerno, di una fanghiglia biancastra e gelatinosa su diversi punti di un terreno coltivato nei pressi di Lago Oscuro, mentre tutt’intorno le strade sterrate sono completamente rovinate e vi è la presenza di pozzetti ottenuti con perforazioni del terreno. La rilassante escursione domenicale di una decina di ambientalisti picernesi si è trasformata in una preoccupata caccia ai danneggiamenti dell’area con il pensiero che è andato immediatamente alla richiesta, risalente a novembre dello scorso anno, fatta dall’Eni per il rilascio di un permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi denominato Monte Li Foi e che comprende un’area di 140 Kmq ricadente nei comuni di Picerno, Ruoti, Baragiano, Savoia di Lucania, Tito, Pignola e Potenza. L’immediata segnalazione di presunti carotaggi (tecniche di campionamento adottate durante la ricerca di risorse minerarie nel sottosuolo ) di cui la popolazione non era a conoscenza, trova, però, subito le rassicurazioni del sindaco di Ruoti Salinardi, prontamente contattato dalla collega picernese interpellata dai suoi concittadini. «I carotaggi - spiega Salinardi - sono stati fatti perché in quella zona è previsto un impianto per una centrale di pompaggio dell’acqua e non c’entra nulla con la ricerca del petrolio. C’è un allarmismo fuori posto, ridicolo». L’insolita coincidenza temporale, in quanto «nella fase di perforazione per la creazione di pozzi petroliferi si usano 20.000 litri di acqua al giorno, mentre in quella di estrazione, una volta tirato il petrolio che viene su da solo (circa il 20% del totale), si iniettano, per far salire su quello rimanente, acqua (fino a 7 barili per un barile di petrolio) e solventi», nonostante sia stata chiarita, non è bastata però a rassicurare i cittadini, che ora si trovano a voler capire e, allo stesso tempo contrastare, entrambi i fronti. Anzitutto la centrale di pompaggio. «A valle e a monte di Lago Oscuro, l’unico specchio d’acqua presente su Monte LiFoi - spiega un comitato spontaneo di cittadini -, dovrebbero essere create delle centrali di raccolta: l acqua che ha generato energia elettrica durante il giorno passando nelle turbine può essere riportata dal bacino di valle al bacino di monte durante le ore di minor richiesta, ossia la notte, mediante pompaggio. Questa operazione richiede energia, per cui, facendo un bilancio energetico più che produrre si consuma, si sottrae, con una perdita netta stimata intorno al 30%». «Al netto di tutto il resto - rincarano - a noi basta questo spreco di energia per dire di non essere d’accordo con l’opera. Inoltre ci chiediamo: perché il comune di Ruoti, che a marzo ha firmato una convenzione con la società che dovrebbe costruire l’impianto e ad aprile ha ricevuto una sorta di parere negativo dalla Regione Basilicata, che ha parlato di energia non rinnovabile, a novembre ha autorizzato queste perforazioni? Si tenga conto inoltre che anche Terna, il gestore nazionale delle linee elettriche, come espresso nel piano di sviluppo del 2012, sta puntando preferenzialmente su sistemi di accumulo più efficienti, basati su batterie, con efficienze intorno al 90% e che hanno inoltre un impatto ambientale molto più contenuto». Ai cittadini di Picerno si e subito affiancato un gruppo di Ruoti, che ha chiesto in via ufficiale al Sindaco Salinardi informazioni sulla ditta che ha effettuato i lavori, sull entita e la finalità degli stessi. Attenzione altissima anche sullo screening alla ricerca dell’oro nero. In attesa che i sindaci dei comuni interessati, che si sono opposti con atti ufficiali sia allo screening che all’assoggettazione della procedura di via, come ha spiegato alla Gazzetta il sindaco di Picerno Valeria Russillo, incontrino il 28 dicembre l’assessore al ramo per un tavolo tecnico sull’argomento, i cittadini di Picerno partono oggi con una petizione «per esprimere il dissenso verso un progetto che trasformerebbe la Basilicata da Regione Verde a Regione Nera», e che vogliono allargare ai residenti di tutta la Basilicata per rendere ancor più forte il loro dissenso e far valere le loro ragioni.
|