Le regionali del prossimo marzo sono l’appuntamento più importante cui gli elettori lucani saranno impegnati per il rinnovo del massimo ente territoriale. Ma l’importanza va ben oltre il pur fondamentale esercizio della scelta elettorale. Va ben oltre lo scegliere un partito o un candidato governatore. In Basilicata abbiamo assistito, specie nell’ultima consiliatura, al declino di un blocco di potere nato nel 94 costruito dal Pds e PPI, un’alleanza allora suffragata dall’opinione pubblica, ora in crisi “post bulgara” come dimostrato col ballottaggio di Potenza e la risicata vittoria di Lacorazza. Un blocco di potere solo fondato sulla gestione, sulle filiere di capibastoni elettorali, sullo sperpero della risorsa pubblica senza dare una risposta ai problemi dei Lucani, cito ad esempio il piano energetico, la riforma degli enti agricoli e dei consorzi industriali, il regolamento sul turismo rurale, mi fermo: la lista è lunghissima. Le regionali 2010 hanno un profondo valore simbolico perché a questo blocco si contrappone un’idea di innovazione, di modernità, di società aperta e libera da vincoli e pressioni elettoralistiche. Si contrappone un nuovo patto sociale tra una società civile insofferente della cattiva amministrazione e del lassismo e una coalizione capace di risollevare le sorti della Basilicata. Il Popolo delle Libertà governa, amministra tante regioni importanti, le principali città italiane. Un partito del fare, del progettare, dell’innovare grazie ad una classe dirigente capace e trasparente. Un’ottima gestione della cosa pubblica che ha dimostrato anche in Basilicata negli enti locali, cito ad esempio Ernesto Navazio a Melfi e Mario Venezia a Montescaglioso, sindaci capaci di sconfiggere quel “blocco di potere” post comunista e democristiano. Un processo ormai avviato cui noi gruppo dirigente dobbiamo dare nuova linfa e forza. Credo sia necessario accantonare piccole “diatribe” di antica appartenenza ed evitare scivolate come l’ultima avvenuta a Palazzo San Gervasio che possono minare ad occhi esterni il lavoro svolto negli ultimi tempi. Rispettiamo e delimitiamo i nostri ruoli, sia politici che istituzionali, assumendone le responsabilità ed andiamo oltre il “già fatto” e da dove proveniamo per avere una prospettiva futura. La missione che oggi abbiamo è quella di aprire il partito e la coalizione a quelle forze sociali che avvertono il disagio e la cappa del centrosinistra, darle voce e cittadinanza. L’invito che faccio a me stesso – per primo- ed agli amici del Popolo delle Libertà è di cogliere questa occasione, aprirci senza timori all’esterno, cogliere questa opportunità che ci proviene dai cittadini. Il Pdl ha la capacità di amministrare la Basilicata, ha la capacità di bloccare l’apatia economica e sociale cui ci ha condotta la sinistra, ha le idee e gli uomini per poterla farla diventare una regione “normale”.