Avigliano: Il Tempo si è fermato ad Avigliano, mentre inesorabilmente il resto del mondo va avanti e procede. Una coltre di apatia, di non curanza, di disinteresse verso la cosa pubblica e verso i cittadini, consuetudine tipica della gestione fallimentare della giunta catto-comunista di Domenico Tripaldi sostenuta all’unanimità da tutti i partiti del centrosinistra, nessuno escluso. Emblema di questa situazione è l’orologio dell’antico palazzo della famiglia Palomba che sovrasta Piazza Gianturco, uno dei simboli della nostra cittadina, rintocca le ore che passano, segna che il tempo corre e va avanti, ma le sue lancette sono ferme, inerti proprio come la giunta di centrosinistra. Una vera metafora di quello che poi è avvenuto ad Avigliano: degrado, cattiva amministrazione, qualunquismo, incapacità di affrontare l’ordinario quotidiano, figurarsi il progettare un futuro per la nostra cittadina. Per questo abbiamo scelto “l’orologio della Piazza”, come simbolo del degrado oscurantista che vige ad Avigliano da 15 anni, un monumento della memoria storica che ha accompagnato le ore di secoli di generazione di cittadini, ora fermo nella totale incuranza della nomenclatura politica e della pessima gestione. Il degrado cui questi cattivi maestri ci hanno condotto è ormai allucinante, basta semplicemente passeggiare per le vie principali della nostra comunità per capire il disagio che vivono gli aviglianesi: servizio di raccolta rifiuti pessimo, problemi di traffico, strade rattoppate a guisa di mosaico, quando va bene, autentiche voragini che creano pericolo per pedoni ed autovetture. Il Popolo della Libertà lancia un appello agli aviglianesi: il futuro è nelle vostre mani. Aiutateci a cambiare lo stato delle cose, a Marzo possiamo farlo assieme, aiutateci con la vostra passione, con l’amore verso la nostra comunità, con il vostro senso civico. A Marzo 2010 avrete la possibilità di cerare un’alternativa democratica a questa fallimentare gestione del centrosinistra, potrete farlo con il vostro voto mandando a casa gli artefici del degrado e della decadenza di Avigliano, che da Patria di giuristi, artigiani e classe dirigente è diventata una comunità allo sbando, senza una sua anima e pervasa dall’incuria e dallo scarso decoro urbano.