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12/02/2009
MATTONI, CEMENTO E CARTE BOLLATE
Avigliano, un cittadino ha denunciato abusi edilizi a palazzo Telesca
 
AVIGLIANO – E' una storia costruita su mattoni, cemento e carte. Tanto cemento da giustificare, a quanto pare, ordinanze di demolizione e richieste di sanatoria le cui presunte irregolarità e mancate osservanze sono state oggetto, nei mesi scorsi, di un esposto-denuncia di opere abusive alla Procura della Repubblica da parte di Canio Coviello. L'uomo, un cittadino aviglianese, è un promittente acquirente di un appartamento e un garage nello stabile di via Fortunato. L'edificio è abitato già da un pezzo da famiglie e commercianti. Le contestazioni non riguardano la parte superiore dell'immobile, le abitazioni, ma il ventre del palazzo, la parte sottostante.È una storia, questa, già finita in più tribunali (panale e amministrativo) e che non accenna a terminare. Anzi, la denuncia di Coviello durante lo scorso novembre avrebbe generato un nuovo impulso, tradotto in provvedimenti amministrativi adottati nei giorni scorsi dal Comune di Avigliano e già impugnati davanti al Tar da parte dei legali dell'impresa Telesca.Sono due ordinanze che, a distanza di una ventina di giorni l'una dall'altra, rimettono in discussione il procedimento dei lavori sul fabbricato, sul quale penderà, pare, una nuova ordinanza di demolizione (che però in questo caso specifico non si tradurrebbe nell'abbattimento dello stabile, essendo i locali abusivi nella parte inferiore dello stabile).Il primo provvedimento, datato 16 gennaio, è un'ordinanza di sospensione dei lavori, il secondo atto emesso lunedì scorso riguarda l'annullamento di due "Dia" (denuncia di inizio attività) presentate dai costruttori al Comune di Avigliano nel 2008. Non è ancora noto il contenuto delle carte dell'amministrazione comunale. Si sa che i rilievi mossi confermano irregolarità nella costruzione dell'immobile, oggetto di un sopralluogo operato agli inizi di gennaio da tecnici del Comune e polizia municipale. Si menzionerebbero i tre piani sottostanti passati da volumi tecnici a locali accessibili, in difformità rispetto a quanto previsto nel progetto originario: un volume abusivo di quasi 4mila metri cubi. Una delle “Dia” revocate dall'ufficio tecnico faceva riferimento a una legge regionale, la Finanziaria del 30 gennaio 2007, che tra le altre cose contemplava norme di modifica a due leggi precedenti che disciplinano in tema di recupero dei sottotetti e locali seminterrati e sanatoria degli abusi edilizi. Norme che rimandano a una serie di casistiche nelle quali non rientrerebbe il fabbricato Telesca.Difende l'operato e la legittimità delle istanze presentate dai Telesca l'avvocato Giovanni Ricci, che ritiene l'avvio del procedimento del Comune di Avigliano “illegittimo e assurdo, un nuovo atto che dimostra l'azione persecutoria ai danni dell'impresa Telesca”.“Se il comune avesse avuto da eccepire qualcosa circa le due Dia perché non l'ha fatto durante il tempo previsto dalla legge? Se i tecnici non si sono espressi prima perché lo fanno dopo 11 e 14 mesi dalla presentazione delle Dia?”. A parere del legale, inoltre, le eccezioni mosse dal Comune sono “infondate”. Intanto Ricci annuncia, a tutela del suo assistito, una richiesta di risarcimento danni nei confronti del Comune di Avigliano, anche alla luce del processo penale contro i Telesca, conclusosi nel gennaio dello scorso anno con una assoluzione, per presunte irregolarità nella costruzione del tetto dello stesso edificio.
 
Gianni Sileo
fonte IL QUOTIDIANO DELLA BASILICATA
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