AVIGLIANO – Non è Napoli. Non è la Sicilia. Non è la Calabria. Si sono guardati bene dal fare accostamenti inappropriati. Ma qualcosa da alcuni anni sta succedendo ad Avigliano e “noi non possiamo delegare” agli altri “iniziative che sono proprie degli uomini di buona volontà”.E così la comunità cattolica aviglianese scende in campo a sostegno della legalità. Contro lo spaccio della droga e la tossicodipendenza. Contro i furti negli appartamenti. Contro l’usura. Al fianco delle famiglie e delle persone in difficoltà. Avigliano non solleva allarmismi, ma non vuole rimanere indifferente di fronte ai fatti di cronaca che si susseguono da alcuni anni a questa parte. L’ultimo episodio, un incendio probabilmente doloso ai danni di un cittadino di Avigliano, ha dato seguito a una reazione della Chiesa. C’era un gruppo di persone, quasi una ventina, intorno al parroco don Salvatore Dattero. L’altra sera parrocchiani liberi e componenti di associazioni si sono incontrati a due passi dal luogo dove è divampato l’ultimo incendio a un’automobile: nei locali dell’Azione cattolica. “I valori della nostra comunità – hanno detto al parroco - non sono questi”. Il sacerdote, da circa un anno a capo della parrocchia aviglianese, ha aperto l’incontro pubblico introducendo i versetti di Ezechiele (3, 16-18): il Signore che pone il figlio dell’uomo per sentinella alla casa d’Israele.È stato un richiamo a essere vigili. A comportarsi da cristiani nella società. Don Salvatore ha anche citato l’omelia del vescovo Agostino Superbo pronunciata sul monte Carmine alcuni anni fa: era rivolta alla comunità cattolica, in particolare, alla quale l’arcivescovo metropolita chiedeva di vivere in coerenza la propria fede. Impegno, dunque. Ancora una volta.E la comunità aviglianese ha dimostrato di non lavarsi le mani di fronte ai problemi e di agire: “Per quanto è di nostra competenza e senza volere sostituirci alle autorità preposte alla sicurezza”, è stato detto. Nell’incontro sono emerse una serie di opinioni e alcune proposte. Tra queste, quelle di un “centro di ascolto” aperto a tutti coloro che abbiano bisogno di aiuto. “Un luogo – è stato ribadito – dove incontrare le persone, ascoltale e darle speranza”.Un ruolo significativo continueranno a svolgerlo i vari gruppi parrocchiali, dove si sta lavorando bene alla formazione: l’oratorio e gli altri centri di formazione ai piccoli, giovani e adulti. “Se la mentalità delinquenziale non fa parte della nostra cultura e se nella comunità sta entrando un male che può trasformarsi in un cancro – ha detto don Salvatore – allora occorre essere sentinelle ed estirparlo”.Il gruppo di cittadini ha annunciato anche la pubblicazione di un manifesto nel quale sarà ribadito l’impegno dei cattolici a sostegno della legalità.