Riprendono i lavori di complemento della Chiesa di San Vito, Patrono di Avigliano, risalente alla metà del XVII, luogo di culto caro agli aviglianesi dove in tempi passati si celebravano anche funzioni matrimoniali. Gli interventi sistemeranno l’impianto elettrico interno ed esterno e sistemi di allarmi. Inoltre si provvederà al rifacimento dell’intonaco interno alla chiesa. La ristrutturazione della chiesa ha storia lunga, a tappe, nata grazie all’iniziativa di alcuni ragazzi nel 1988, in quegli anni la chiesa era in stato di abbandono da anni. Rocco Grippa, attuale presidente dell’Associazione di San Vito Martire” era tra quei ragazzi e racconta “ la Chiesa era in stato di abbandono totale, non c’erano neanche più gli accessori sacri per officiare la Santa Messa. Iniziammo a raccogliere fondi grazie alle organizzazioni delle feste patronali, il ricavato veniva utilizzato per ristrutturare. In quegli anni persino la sagrestia era inagibile. Iniziammo da lì”. Anno dopo anno, la chiesa ha ripreso l’antica sobrietà:viene sistemata la sagrestia, comprati un nuovo altare e gli accessori sacri. Nel 1998 viene completamente rifatto il tetto, in legno, nel 2007 restaurata la facciata principale, gli esterni ed il campanile. Nel 2008 Viene anche restaurato il cosiddetto “Calvario di San Vito”, una edicola votiva , un artistico puzzle di vecchi lavoro della scuola scalpellina lucana edificata negli anni 50.. Uno sforzo economico notevole, perseguito con tenacia negli anni e che continua ancora oggi. “nel 2007 per reperire gli ultimi fondo” ci dice Grippa “ abbiamo chiesto il contributo dei fedeli andando casa per case, quasi una “moderna questua. ”. Nonostante questo lavoro di tenacia e assiduità,nonostante la Curia contribuisca al 50 %,da ristrutturare c’è ancora molto e anche molto costoso, neanche i contributi dell’8 per mille e della Curia possono bastare. L’altare, maestoso con i sui 8 metri, databile alla metà del XVIII, opera di maestranze lucane, ispirato ai lavori lignei spagnoli, va restaurato e un preventivo fatto da una ditta specializzata di Bolzano è di circa 60000 euro. In pessime condizioni l’organo del 1600, ormai vuoto e senza canne, adornato di capitelli corinzi, secondo il roccocò in auge in quel secolo posto su una corale lignea di maestranze lucane. “Come Comitato posiamo intervenire sulle strutture, sugli impianti” spiega Rocco Grippa “ tutto quello che è artistico o di interesse artistico,è competenza della sovrintendenza di belle Arti”.Qui viene il punto dolente: i dipinti conservati nella luogo di culto. “La Madonna in gloria” di Francesco Cardone del 1776 presenta cadute di colore e strappi, cattive condizioni anche per l’altare e la cornice che presentano tracce di tarli, scheggiature e pessimi interventi di riveniciatura. Buono lo stato de”La sacra Famiglia” del 1645 di Girolamo Bresciano, stessi problemi per altare e cornice dell’opera. Di autore ignoto del MVIII “la Gloria di San Vito” , in buono stato ma cui manca l’originaria cornice ed è appoggiato semplicemente sul nudo muro. Presente ed in pessime condizioni anche un quadro votivo dell’1800 raffigurante la Madonna del Carmine.Particolar la vicenda del dipinto raffigurante la Madonna Addolorata, in pessimo stato di conservazione, una tela inserita alla cime dell’altare maggiore contornato da ricchissimi fregi lignei in realtà non è stato visionato e neanche preso in considerazione per le opere di restauro avute negli anni 80 causa la presunta difficoltà logistica e visionarlo e prelevarlo. Nella catalogazione a cura della soprintendenza per i Beni storici artistici, a cura della Dott. Clara Gelao, in una nota del 21 ottobre 1988 è scritto “ le difficoltà di poterla visionare da vicino non permettono un giudizio definitivo su di essa se non dopo la rimozione ed un opportuno restauro”.La tela probabilmente è del 1600, di scuola meridionale. L’augurio è che oltre ai lavori che hanno donato l’antico splendore a questa Chiesa cinquecentesca e grazie all’interessamento, alla tenacia della associazione di “San Vito Martire” e della Curia, si possa provvedere al recupero e restauro totale delle opere d’arte presenti da parte di chi di competenza.