Questa volta voglio parlare delle donne, di un universo in divenire, della sensibilità che manca per il passo in avanti che cerchiamo. Se c'è un pittore che mi viene in mente è Gustav Klimt. La donna secondo Gustav Klimt è consapevole della sua potenza femminile, nei dipinti appare una vera e propria femme fatale. Sensualità, provocazione e fascino sono i tre ingredienti predominanti delle opere di Klimt. Il pittore non indaga sulla psicologia della donna, ma mostra la bellezza corporea incarnata in un inquietante fascino fisico. Lo fa con grande rispetto e ammirazione del corpo femminile, infatti non limita mai la donna ad oggetto del desiderio. Le donne nel suoi quadri sembrano chiuse in un gioiello, avvolte da bellissime decorazioni ornamentali che evidenziano la femminilità come arma unica e preziosa.
Gustav Klimt (1862-1918) è uno dei pittori più enigmatici della storia dell'arte. “Di me non esiste alcun autoritratto. Io non mi interesso della mia persona come oggetto di pittura, mi interessano di più le altre persone, sopratutto se di sesso femminile, ma ancora di più mi interessano altre forme. Sono convinto che la mia persona non sia particolarmente interessante.” Con queste parole l'artista ha descritto se stesso e il suo carattere introverso. Klimt è passato alla storia dell'arte come il grande narratore dell'universo femminile, attraverso alcune lettere scritte alle sue amanti e le sue opere d'arte scopriamo che la sua era una personalità misteriosa. Aveva riconosciuto quattordici figli, ma la donna rimasta accanto all'artista fino la sua morte era Emilie Flöge. Nonostante fosse la donna più importante di Klimt, Emilie, a differenza di tante altre modelle, nel ritratto che lui ha realizzato appare fredda e poco coinvolgente. Il vestito elegante raffigurato con tanti elementi decorativi è l'unico elemento eccentrico del dipinto. Forse in questo modo il pittore ha voluto proteggere la privacy della compagna dipingendola in modo algido e distaccato. Klimt é stato un grande innovatore e leder indiscusso della secessione viennese: movimento artistico nato tra Germania e Austria a fine '800. L'idea del movimento innovativo non era distaccarsi dall'arte del passato, ma portare la vita artistica viennese (che ai quel tempi era una delle capitali europee più colte e raffinate) allo stesso livello dell'arte estera; diffondere un'arte rinnovata in tutti gli aspetti della vita quotidiana. Klimt era il mentore di un gruppo formato nel 1897 da diciannove artisti: pittori, architetti e scultori che sostenevano un forte bisogno di modernizzare l'arte e diffondere la libertà assoluta di creare. La cosa curiosa è che quasi tutti i fautori di questo gruppo sono morti nello stesso anno, 1918 a causa di una forte pandemia influenzale spagnola. Lo stile del pittore austriaco è facilmente riconoscibile. Klimt ha unito l’Art Nouveau all'arte bizantina. I dipinti dell'artista sono caratterizzati da una linea elegante e sinuosa. Il mosaico viene usato spesso come tecnica decorativa. Il colore più usato dall'artista è il color oro. Il suo stile sebbene rimanga inconfondibile mostra dei mutamenti con l’influenza espressionista: il color oro viene sostituito da invenzioni coloristiche di Van Gogh e di Matisse, il mosaico prezioso e decoro geometrico viene sostituito da un tappeto di fiori. Questo stile fiorito è caratterizzato da un accentuato uso dell'arabesco e da soluzioni che dilatano le figure nell'ambiente, gonfiandone i contorni fino dare l’idea di un fiore sul punto di sbocciare. Anche se l’arte klimtana cambia e subisce varie influenze stilistiche, al centro dei dipinti rimane sempre la donna. Le figure maschili appaiano molto rare e sempre in posizione meno importante rilevante rispetto a quelle femminili; ad esempio il quadro “Adamo ed Eva”. Punto centrale del dipinto è Eva: bellissima con il suo corpo provocante, vaporosi capelli biondi e sorriso enigmatico. Adamo appare come una figura accessoria, emerge dall'ombra alle spalle della donna, come se partecipasse solo di riflesso al mistero della vita. Nel quadro “Giuditta I” il pittore dipinge una delle più celebri donne bibliche. La donna è uno simbolo di apparente debolezza che alla fine con la sua bellezza e intelligenza vince contro il superbo. Il sacro della donna nel dipinto è sottolineato solo con la cornice color oro. La posa provocante, le labbra semiaperte e gli occhi con uno sguadro freddo sono estremamente sensuali. Inquietante fascino, ma anche freddezza e crudeltà di questa eroina della storia ebraica artista rappresenta dopo alcuni anni dipingendo “Giuditta II”. Nel ritratto a grandezza naturale Giuditta risulta ancora più femme fatale. La donna ha un viso sensuale e seno nudo. In mano con le dita che sembrano gli artigli, tiene la testa di Oloferne. Questa scena appare quasi come un godimento sadico, un collegamento tra amore e morte. La donna è anche il personaggio centrale nell'opera più conosciuta di Klimt “Il bacio”. Il quadro ha un aspetto bidimensionale: dell’uomo che bacia la guancia della sua compagna è visibile solo la nuca, mentre il sensuale viso della donna regala al dipinto intensità ed elegante erotismo. La donna disegnata dall'artista austriaco è bella, seducente, tentatrice, ma anche malinconica e solitaria. L’idea che emerge è di una donna che vive nei sogni e desideri dell'uomo; rappresentando le sue speranze, ma anche le sue paure.
Klimt oltre a dipingere ha disegnato per la sua compagna bellissimi abiti e splendidi gioielli. Era convinto che è possibile esprimere l'arte attraverso tanti mezzi di comunicazione, in tutti i campi della vita umana. Bellezza e originalità hanno reso eterne le donne rappresentate nelle sue opere. Non sappiamo molto delle vicende personali dell'artista, ma il mistero della sua esistenza è racchiuso nei suoi quadri, come in un incantesimo.