“CRUEL” DI SALVO SOTTILE PRESENTATO A POTENZA
“Cruel” è il titolo dell’ultimo volume scritto dal giornalista Salvo Sottile. E’ stato presentato a Potenza, presso la Libreria Ubik di Via Pretoria nell’ambito della rassegna “Gocce d’Autore”. Edito da Mondadori, “Cruel” è stato al centro di un’articolata e piacevole conversazione gestita da Eva Bonitatibus.
Che Salvo Sottile strizzasse l’occhiolino ai gialli è risaputo. Lo ha fatto in televisione con la conduzione delle sue trasmissioni e ora lo fa con la scrittura di un thriller avvincente dedicato alla moglie, ai figli, ai genitori e soprattutto al nonno Sciuto che, da capostazione a Cefalù, faceva giocare il piccolo nipotino come aiutante nel controllo del traffico ferroviario.
“Cruel” è un periodico settimanale, che diventa il teatro del racconto del giornalista palermitano, conduttore prima di “Quarto grado” su Retequattro e poi di “Linea gialla” su La7. Tutto inizia con la scoperta della morte di una studentessa universitaria in un ospedale psichiatrico abbandonata. La ragazza, con la testa in giù, ha la gola squarciata. I capelli sono pieni di balsamo e sul ventre e sul petto una croce rovesciata è stata disegnata con tagli evidenti. Una morte orrenda che scuote la Capitale d’Italia e che trasforma tutti i cittadini in scopritori della verità, perché in fondo l’uomo è affascinato dal Male.
Le indagini vengono affidate ad un commissario. Ma nello stesso tempo e per lo stesso omicidio indaga anche un giornalista che finisce con avere il sospetto che l’autore potrebbe addirittura nascondersi nella redazione del suo stesso giornale.
“Cruel” è, insomma, la radiografia degli uomini del presente, che credono di avere sempre a portata di mano una verità e che, invece, vengono sconfessati da una realtà molto più complessa e molto più insidiosa di quanto si presenta.
Il romanzo giallo di Salvo Sottile finisce così con l’essere lo specchio della pochezza umana, orientata più verso la banalità dell’apparire e sempre meno verso la ricerca della verità assoluta che muove ogni azione.
“Cruel” si legge in poco più di due ore e mezza, quanto dura una trasmissione televisiva di intrattenimento su problematiche di sangue e di omicidi. Solo che questa volta l’Autore dall’esterno porta all’interno della sua stessa Redazione le tante complicazioni che si aprono ogni qualvolta che ci si trova di fronte a delitti, i cui colpevoli restano avvolti nel mistero.
Ottimo il linguaggio da “sceneggiatura” usato dall’Autore, che non dà respiro ai lettori e li travolge nella curiosità di arrivare quanto prima alla conclusione del thriller.